In fila, ordinati, pronti per essere tutti reinventati. I globi di WePlanet spuntano all'improvviso in un luogo fuori dal tempo: nel cuore della stazione Centrale, nei suoi sotterranei misteriosi e inaccessibili, oltre duemila metri quadri di sale una via l'altra, usate nel secolo scorso per il dopo lavoro dei ferrovieri, oggi, grazie alla collaborazione con Grandi Stazioni retail, sono diventati il Laboratorio dove gli artisti sono già all'opera per dare vita ai 100 pianeti simbolo del mondo che verrà.
Il progetto di Weplanet, Gruppo Mondadori e Mediamond - patrocinato da Comune di Milano e Regione Lombardia - che si concluderà a Milano con una grande mostra collettiva open air di installazioni eco sostenibili, comincia a prendere forma. E colore.
Spicca tra tutti il rosso del globo, firmato dagli architetti di Metrogramma, con i continenti coperti da un collage di facce, di tutte le etnie del mondo. «Un mondo ferito – spiega Cecilia Gozzi mentre osserva la sua ultima pennellata – gli oceani patiscono le conseguenze dei comportamenti umani». L'invasione della plastica, l'inquinamento, i cambiamenti climatici. Ma anche le migrazioni. «È un messaggio forte quello che vogliamo trasmettere – sottolinea Andrea Bulloni – la mancanza di responsabilità di un pianeta globalizzato».

Il 21 novembre il globo di Metrogramma sarà in trasferta a Pisa, alla Biennale che si svolge nella città toscana, dove quest'anno il tema è proprio “Il tempo dell'acqua”: «ma tornerà subito dopo, sarà in prima fila alla mostra collettiva di Milano».
Dal rosso al blu, colore dominante di un altro globo in lavorazione in questi giorni nell'Atelier della Stazione Centrale: quello di Banca Galileo. Gli artisti hanno puntato sui continenti e sullo scioglimento dei ghiacciai, un tema che sta cuore agli scienziati di tutto il mondo: l'innalzamento delle temperature porteranno conseguenze devastanti per l'ambiente in cui viviamo. E il globo che sta per essere ultimato lo mette bene in evidenza. Non solo.

È stato realizzato un piccolo foro sulla superficie per poter posizionare un cannocchiale che inquadrerà l'immagine della Luna. Il richiamo a Galileo è evidente, ma anche alla prossima, imminente missione che porterà l'uomo ancora una volta a toccare il suolo lunare.
Presente e futuro, dunque, si intrecciano attraverso la creatività degli artisti che in un luogo davvero insolito e affascinante sono pronti a stupirci con installazioni eco sostenibili che intendono lasciare il segno.