Arte

Arte che cammina: strandbeest, le sculture cinetiche

A tu per tu con gli strandbeest, famiglia di animali semoventi mossi dal vento e dotati di "vita autonoma", creata dall'artista olandese Theo Jansen.

Si muovono come ragni, ma somigliano a creature mitologiche: sono strandbeest (animali della spiaggia), sculture "cinetiche", ossia fatte per spostarsi sospinte del vento, da aria compressa e in qualche caso anche da spettatori attivi.

Questa famiglia di bestie artificiali, talmente agili e autonome da sembrare robot, è stata creata dallo scultore olandese Theo Jansen, fisico e artista, che lavora agli animali semoventi da 20 anni e che, di solito, li sperimenta sulle spiagge del suo Paese. Proprio oggi a San Francisco inaugura una mostra con alcuni strandbeest e molti dettagli sul processo creativo: un'occasione per rivedere alcuni video (come quello in apertura, realizzato da Business Insider) di questi esseri "alieni".

Anatomia. Le ossa degli animali sono ottenute da tubi in PVC assemblati con nastro adesivo, elastici e fascette da elettricista. Ma le bestie da spiaggia incorporano anche stracci usati come ali, e bottiglie di plastica come serbatoi di aria compressa per potersi spostare anche in assenza di vento.

Theo Jansen con una delle sue creature, Animaris Apodiacula (2013). © Courtesy of Theo Jansen, photo by Uros Kirn

In ascolto dell'ambiente. I loro scheletri modulari le rendono capaci di movimenti armonici e complessi, che col tempo si sono evoluti: grazie a speciali sensori e fotocellule, sempre ottenuti da materiali di recupero, i modelli più recenti riescono ora a "percepire" la presenza dell'acqua, e a spostarsi di conseguenza.

Un ciclo di vita naturale. Solitamente Jansen presenta un nuovo stranbeest ogni estate: lo inaugura sulle dune della sua terra e vede come reagisce ai vari elementi. In autunno la bestia è dichiarata "estinta", o morta, e spostata in un apposito cimitero delle ossa (alcune vengono riciclate a formare nuovi animali).

Un'esistenza propria. La speranza di Jansen è che queste creature, che l'artista considera "viventi in PVC" divengano sempre più autonome, magari dotate di intelligenza artificiale, e che riescano a sopravvivergli. «Prima di lasciare il pianeta - ha spiegato - mi piacerebbe lasciare al mondo una nuova specie».

Guarda gli strandbeest nel loro habitat naturale:

28 maggio 2016 Elisabetta Intini
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