Un genio universale e un'icona, come Mozart o Einsten: pittore, scultore, architetto, ingegnere, astronomo, anatomista, fisico, naturalista, musicista, poeta... Leonardo da Vinci non voleva solo rappresentare il mondo, ma capirlo, usando tutti gli strumenti di indagine possibili. È considerato un genio assoluto, non solo per i suoi studi e le sue opere, ma soprattutto perché con i suoi progetti e le sue ricerche è riuscito a correre nel futuro.
«Molte erano delle sfide intellettuali, irrealizzabili a quel tempo. Un esempio? Alcuni telai per la seta e la lana che avrebbero rivoluzionato completamente la produzione», spiega Claudio Giorgione, storico dell'arte e curatore delle Nuove Gallerie di Leonardo al Museo della Scienza e della Tecnologia, che riapre il 10 dicembre (era chiusa dal 2018), con un nuovo allestimento degli oggetti che erano già in mostra (il museo inaugurò nel 1953 proprio con questa galleria con una lettura esclusivamente tecnico scientifica di Leonardo), ma anche con nuovi oggetti e strumenti provenienti dai depositi del museo.
Un Leonardo ancora da scoprire oltre le sue icone pop, a partire dalla Gioconda con schiere di devoti che purtroppo molto spesso si fermano a quel grado di conoscenza. Le Nuove Gallerie di Leonardo saranno una sorta di nuovo museo dentro il museo, che scorre lungo un unico filo conduttore: Leonardo da Vinci era un genio, ma anche un uomo del suo tempo, il Rinascimento, in continuo dialogo con i suoi contemporanei.
«Ne viene in parte ridimensionato il mito, ma non certo a suo discapito, al contrario confermando ciò che lui stesso scriveva nelle sue carte dove appuntava le sue letture e le sue frequentazioni», precisa Giorgione. Per esempio, studiò verso la fine del Quattrocento esperti ingegneri toscani come il Taccola, Buonaccorso Ghiberti e Francesco di Giorgio Martini (architetto, teorico dell'architettura, pittore, ingegnere, scultore), che avevano scritti trattati ricchi di informazioni tecniche e meccaniche, accompagnandoli con illustrazioni: Leonardo li aveva copiati e studiati, come dimostrano certi suoi appunti e memorie. Quindi nelle Nuove Gallerie i modelli relativi agli ambiti di studio affrontati da Leonardo, dal volo alle macchine per il lavoro e la produzione, dalle macchine da guerra alle architetture, all'ingegneria idraulica, sono inseriti nel nuovo percorso di visita sia cronologico sia tematico: si tratta di 170 opere (70 modelli e plastici storici, 33 naturalia, 18 volumi antichi, 17 calchi, 14 affreschi e dipinti, 6 manufatti antichi, 13 facsimili storici).
Si parte dalla formazione nella bottega del Verrocchio come pittore e con suoi contatti con gli ingegneri toscani, tra cui Francesco di Giorgio Martino; segue quella dedicata al disegno, che usava sia per l'arte che per i suoi studi sul corpo umano e la natura (Disegnare per capire il mondo); quella dedicata all'ingegneria militare con le diverse interpretazioni delle macchine belliche di tradizione militare medievale (L'arte della guerra); quella dedicata alle soluzioni tecniche per migliorare gli strumenti di lavoro e produzione, telai per lana e seta per esempio, prodotta nella Milano del tempo (Il teatro delle macchine e L'ingegno del fare); quella dedicata ai suoi studi sul volo a partire dall'anatomia degli uccelli (Il fantastico sogno del volo); le sue idee e progetti di architettura (Città ideali e perfetti corpi); lo studio e la ricerca di soluzioni delle vie d'acqua lombarde (Paesaggi e vie d'acqua); la sala dedicata alla pittura lombarda del Tardo Rinascimento (Boltraffio, Bernardino Luini) (Ispirati da Leonardo) e l'ultima dedicata alle riflessioni degli ultimi anni sulle leggi del cosmo (L'uomo e il cosmo).
Ma la novità sta anche negli strumenti del racconto utilizzati in questa esposizione permanente: Francois Confino e lo Studio LLTT (hanno allestito il museo del Cinema di Torino tra gli altri), hanno aggiunto 39 installazioni tra multimediali e interattive, che aiutano la comprensione della vita di Leonardo e del funzionamento delle sue macchine esposte: si va dal resoconto fatto dalla balia sull'infanzia dell'autore dell'Ultima cena, al funzionamento delle chiuse studiate da Leonardo ingegnere idraulico, dove vi sembrerà di camminare sull'acqua. Il Museo ha fatto, ancora una volta grazie a Leonardo, un deciso passo nel futuro.