Che è successo in questo incrocio del centro di Tel Aviv il giorno 17 ottobre 2008 tra le ore 9:37 e 10 secondi e le 9:37 e 25 secondi? Be’, ci sono molte persone indaffarate, traffico di auto e moto, camioncini che scaricano e caricano, insegne, negozi… E questo è ciò che, con qualche variante, chiunque potrebbe dire dando un’occhiata ai disegni qui sopra.
Ma se la stessa piazza la guardassimo con gli occhi del signore in bicicletta? Per lui l’unica cosa importante (clicca nei rispettivi pallini/numeri per vedere ciò che vedono i suoi occhi) sono le ragazze, come la n° 13. Mentre per il cane l’unica cosa degna di rilievo è un resto di cibo e le ragazze 4, 5 e 6 (in fondo a sinistra) sono attratte solo dalla vetrina di un centro di piercing.
Graphic novel. Insomma, sono tutti nello stesso luogo ma ognuno lo vede in modo diverso. D’altronde, che tutto dipenda dai punti di vista l’hanno detto filosofi (c’è addirittura una posizione filosofica, il relativismo, che lo teorizza), scrittori (l’inglese Lawrence Durrell ha scritto una trilogia di romanzi in cui una stessa storia è raccontata dai 3 protagonisti in modo diverso), registi in ogni epoca e modo. Il multimedia qui sopra lo illustra però in modo molto concreto ed efficace. È opera di un disegnatore israeliano, David Polonsky, noto per le scene di animazione del film Valzer con Bashir.
Questo tipo di racconto è oggi definito un graphic novel (qui sarebbe più graphic journalism): in pratica un racconto (novel in inglese significa romanzo) disegnato, a fumetti, realizzato per il pubblico adulto sotto forma di libro. Un genere letterario, nato negli anni ’70 con Hugo Pratt e Will Eisner (Contratto con Dio), che usa un disegno molto più curato dei fumetti e ha raggiunto, negli ultimi anni, livelli di qualità sempre più alti.