I danni provocati dall'alluvione che ha colpito l'Emilia Romagna i primi di maggio sono ingenti e investono diversi settori: da quelli più lampanti a case e automobili, alle tristi morti di maiali e polli negli allevamenti intensivi, ai danni al nostro patrimonio culturale e artistico.
È proprio per cercare di mettere in salvo libri antichi impregnati di acqua e fango che si è messa in moto una catena di solidarietà che mira a congelare (letteralmente) i danni potenziali di funghi e batteri in attesa di un restauro completo. A dare una mano, diverse aziende del settore surgelati − la prima Orogel, che ha messo a disposizione il suo stabilimento di Pievesestina, una frazione a quattro chilometri da Cesena risparmiata dall'alluvione, per conservare i tomi a -25 °C fino quando sarà necessario.
Per capirne di più su come si sta lavorando abbiamo parlato con Pietro Livi, fondatore dell'azienda Frati & Livi che si occupa di tutelare e conservare il patrimonio librario in situazioni ordinarie e di emergenza, attualmente al lavoro per recuperare i libri antichi danneggiati dalle piogge e dal fango.
NON SOLO Umidità. I libri provengono principalmente dall'archivio comunale e dal seminterrato del seminario diocesano di Forlì, dove tre chilometri lineari di volumi, antichi e moderni, sono stati sommersi.
Abbiamo chiesto a Pietro Livi per quanto tempo sono rimasti sotto l'acqua e il fango? «Dipende: i primi sono usciti dall'acqua e dal fango nelle prime 48 ore, gli ultimi dobbiamo ancora recuperarli», ci ha spiegato. Ma perché ci stiamo mettendo così tanto? «Le ragioni derivano dalla quantità di materiale che è finito sott'acqua, dal fatto che si tratta non solo di acqua ma di tantissimo fango, nonché dalla potenza con cui l'acqua ha devastato gli ambienti di conservazione: i libri non sono rimasti sugli scaffali, ma sono caduti a terra in maniera confusionaria e spesso le strutture che li contenevano sono collassate su di essi. Dobbiamo quindi recuperarli dal fango, e le difficoltà sono molte».
I rischi più grandi non sono infatti quelli dell'umidità: i libri, le pergamene e il cuoio sono particolarmente deteriorabili. In 48 ore si sviluppano i funghi e il materiale è compromesso. Se si trattasse solo di umidità basterebbe asciugarli, ma in questo caso c'è bisogno di trattamenti particolari.
Funghi congelati. Il congelamento ha lo scopo di arrestare lo sviluppo fungino fino al momento del restauro: «Bisogna fare in fretta perché la carta bagnata, specie con le temperature ormai alte di questo periodo, diventa terreno molto fertile per la proliferazione di funghi e batteri», ci spiega l'esperto.
«In questo senso, per assurdo, più il materiale rimane sott'acqua e sotto il fango, più lo si protegge dal contatto con l'aria e conseguentemente dalla velocità con cui funghi e batteri contaminano tutto l'ambiente, materiale librario compreso».
Un processo lungo. Al momento non siamo in grado di stabilire per quanto tempo i libri dovranno rimanere congelati, ma sicuramente sarà un periodo lungo, specie per i libri più antichi per i quali sarà necessaria una fase di progettazione e una fase amministrativa.
«Una volta scongelati, i libri dovranno essere asciugati, puliti dal fango e riconsegnati ai legittimi proprietari», spiega Livi. «L'asciugatura verrà effettuata tramite il processo di liofilizzazione, più performante e tutto sommato anche più economico. Il restauro sarà dunque lungo e difficile, considerato che per alcuni libri è ancora in corso dall'alluvione di Firenze del 1966. I primi libri a essere recuperati sono stati quelli di maggior valore culturale, storico e artistico, alcuni risalenti addirittura al '400».