Arte

Perché Topolino non è un coniglio: la storia segreta di Mickey Mouse

Il primo "amore" di Walt Disney fu un coniglietto. E tale sarebbe rimasto se... La storia di Topolino che (forse) non conosci.

Se Topolino fosse un coniglio vi piacerebbe lo stesso? Il rischio della sostituzione c’è stato per davvero, perché la prima creazione di Disney fu proprio un coniglio (nella foto qui sopra a sinistra). E se il geniale Walt non avesse litigato con la sua casa di produzione forse oggi Mickey Mouse non esisterebbe…

Il 4 settembre 1927, un coniglietto animato conosciuto come Oswald the Lucky Rabbit (Oswald il coniglio fortunato) debuttò al cinema nel “corto”, intitolato Trolley Troubles. Oswald aveva un creatore famoso: Walt Disney.

Erano gli albori della Disney Brothers Studios, la società fondata assieme a suo fratello a Hollywood nei primi anni 20 del 900. Disney aveva firmato un accordo con la Universal Studios per produrre 26 cartoni animati, a patto che il personaggio del titolo non fosse un gatto perché, come aveva spiegato a Disney il capo dello studio Carl Laemmle, “c’erano troppi gatti sul mercato” (il riferimento era al Gatto Felix).

Coniglio batte gatto. Disney e la sua squadra partorirono il coniglio Oswald, che dopo qualche iniziale titubanza entusiasmò la Universal e a seguire anche pubblico e critica.

Dopo neppure un anno, però, Disney litigò con il socio Dan Mintz, che gli portò via il personaggio e i disegnatori, portandoli alla Universal.

Superata la rabbia e rimasto con un solo animatore fedele, Ub Iwerks, Disney si mise al lavoro su un nuovo personaggio che a una prima occhiata non sembrava molto diverso da quello vecchio, a parte le orecchie più corte e rotonde e lo stomaco pronunciato, quasi che Disney e Iwerks avessero trasformato un coniglio perché sembrasse più simile a un topo.

Il nome scelto per il nuovo personaggio fu Mortimer, presto cambiato in Mickey, perché la moglie di Disney, Lillian, riteneva che Mortimer fosse troppo pomposo. Mickey debuttò timidamente sullo schermo nel 1928 nell’ormai celebre L’aereo impazzito, mentre Disney faticava non poco a trovare distributori per la sua nuova creatura. Ci riuscì al terzo episodio, Steamboat Willie, caratterizzato dal suono sincronizzato con le immagini e col quale Disney conquistò finanche l’autorevole rivista Variety, che con lungimiranza battezzò il successo di Topolino.

Senza guanti. In origine, il topo più famoso del mondo si presentava “a zampe nude”. Poi qualcosa cambiò: era il 1929 e la ragione la spiegò lo stesso Walt Disney in un’intervista: “Non volevamo che lui avesse le zampe del topo: lo volevamo rendere più umano e così gli abbiamo infilato i guanti. Cinque dita ci sembravano però troppe su una figura così piccola: così abbiamo tolto un dito.

E ne abbiamo avuto uno in meno da animare!”

Arrivo in Italia. Il fumetto italiano è stato pubblicato la prima volta il 31 dicembre del 1931. Ben presto il giornalino passò alla Mondadori dove restò fino al 1988, quando tornò alla Disney. Gli autori italiani furono bravissimi, a loro si devono tanti nuovi personaggi: Brigitta, Filo Sganga, Amelia (ispirata a Sofia Loren), Rockerduck, Trudy e Paperinik.

E Oswald? I cartoni animati di Oswald furono prodotti fino al 1943 e i suoi fumetti fino agli anni 60, poi, man mano che Topolino conquistava il mondo, fu definitivamente abbandonato. È riapparso nel 2013 in un cameo nel film di animazione Tutti in scena, dopo che la Disney nel 2006 ne ha riacquistato i diritti, a 79 anni dallo "scippo". Meglio tardi che mai.

3 settembre 2017
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