

Microrganismi da esposizione

Il vincitore del concorso "BACTERIART, from invisible to visible" promosso da Yakult con gli studenti del Triennio in Pittura e Arti Visive e del Biennio Specialistico in Arti Visive e Studi Curatoriali della Nuova Accademia di Belle Arti (NABA) è questa installazione composta da una serie di elementi eterogenei che convivono attraverso un sistema di equilibrio e interdipendenza. Elementi tecnologici come un proiettore, altoparlanti e uno schermo video si trovano in stretta relazione con una componente organica convivendo con dei cavoli rossi, il cui interno ricorda la forma dell'intestino. Una correlazione che esprime il desiderio di ribaltare la logica antropica occidentale-moderna che definisce il "non umano" di secondaria importanza. L'opera si chiama F06.3 ed è stata realizzata da Francesco Scalas, Giacomo Segantin e Olivier Russo (studenti del secondo anno del Biennio in Arti Visive e Studi Curatoriali di NABA).
Foto: © Yakult/NABA

Bacterial Identities di Sofia Gasparoli è una scultura che nasce dall'idea di unicità nella combinazione dei batteri che definiscono i singoli individui come esseri umani, ispirandosi alla scoperta scientifica portata avanti da una ricerca dell'Università dell'Oregon nel 2015 che ha dimostrato che gli esseri umani differiscono nella loro nuvola microbica personale, una sorta di "impronta digitale biologica" di cui tutte le persone dispongono e grazie a cui si possono distinguere le singole individualità. Ha vinto il premio speciale Dottor Shirota.
Foto: © Yakult/NABA

Natura Humano s.d. / Humanum Homini s.d. di Jessie Yu si basa su due Atlas, uno speculare all'altro, che si incontrano in una sorta di comunicazione in cui nella prima sezione la natura "scrive" all'umano, mentre nella seconda l'umano "scrive" al sé. Nell'Atlas Natura Humano s.d., la natura cerca di stabilire un dialogo con l'umano utilizzando un atlante immaginario di cartoline realizzate con elementi naturali come fiori, sabbia, frutta e altro ancora, fotografando le colonie di batteri fatte crescere sui materiali stessi utilizzando diverse piastre di Petri. La seconda sezione, Humanum Homini s.d. rappresenta, invece, un viaggio interiore che sottolinea un dialogo tra l'umano e il sé in cui i batteri sono l'unico mezzo disponibile. È una critica all'antropocentrismo: le persone sono così impegnate a concentrarsi sulla realizzazione dei propri desideri che si dimenticano del benessere della natura. ll risultato finale è una serie di cartoline che simula un viaggio in luoghi diversi, i cui protagonisti sono i batteri. L'opera si è aggiudicata il premio speciale nuove visioni.
Foto: © Yakult/NABA

Bacterial Communication di Alessandra Di Rito è una delle opere finaliste. Intende interpretare visivamente la relazione e l'affinità presente tra i batteri e la vita, rappresentando come la comunicazione tra questi microscopici esseri viventi possa creare un ambiente funzionale a ospitare la vita stessa. La scultura che ne è nata ha una forma simile a quella di un atomo, la più piccola particella di materia ordinaria, le cui dimensioni ricordano quelle dei batteri, elementi fondamentali per la vita degli individui. Una sfera rappresenta il nucleo, quindi la vita stessa, da cui sporgono dei bastoncini a protezione del centro e che hanno diversa lunghezza, per simboleggiare il diverso livello evolutivo di ogni batterio. L'estremità di ciascuno di questi bastoncini è collegata con le altre da una lunga corda, creando una rete che ricorda una sfera: è il nostro mondo in cui famiglie diverse con le stesse origini proteggono ciò che hanno in comune e interagiscono tra loro. Così come i batteri, infatti, anche gli uomini sono tra di loro collegati e fanno scelte che possono influenzare il benessere altrui.
Foto: © Yakult/NABA

Symphonia Serratiae di Axel Gradito, Emma Damiani e Francesca Lapris è un video artistico nato per rappresentare esteticamente il rapporto di sinergia tra batteri e umanità: i microbi si moltiplicano esponenzialmente, formando strutture verticali che sovvertono la gravità e le leggi imposte dalla natura. Allo stesso tempo la musica gioca un ruolo fondamentale all'interno dell'opera: a livello simbolico, infatti, entrambi richiedono l'armonia di elementi completamente diversi tra loro, in un rapporto di mutua simbiosi che si rispecchia anche nel titolo. Era tra i finalisti del concorso.
Foto: © Yakult/NABA

Equilibrium di Marie Nicole Gianfrate è un'altra opera finalista. Scaturisce dalla condizione di "equilibrio" in cui i batteri, l'alimentazione e l'attività fisica devono trovarsi per poter garantire agli individui uno stato di buona salute fisica e mentale, una vera e propria meditazione sull'importanza vitale di batteri e nutrizione nella vita umana. I batteri sono resi visibili a occhio nudo grazie a uno strato di Agar che funge da coltura batterica. Questi elementi dialogano con la gastronomia molecolare, che studia e prepara gli alimenti attraverso la transizione molecolare. Questi elementi essenziali per la salute sono quindi osservabili e posti in una relazione sperimentale in cui microbiologia, gastronomia molecolare e arte si trovano a dialogare tra loro.
Foto: © Yakult/NABA

Petrigrafia di Francesca Dalpi, Elena Marcon, Matilde Villa e Marika Vitrani è un'altra opera finalista. Petrigrafia è volto a rappresentare l'origine della comunicazione microbica all'interno del corpo umano: l'evento prodigioso della nascita, simboleggiata da una rappresentazione "batteriografica", grazie a un'immagine fotografica impressa su una piastra di Petri rivestita da un'emulsione batterica vivente. Un processo che ha permesso di riprodurre un'immagine vivente reale, senza cristallizzare un frammento di vita in una stasi eterna, fotografando la condizione di costante evoluzione in cui si trova ogni organismo.
Foto: © Yakult/NABA

Ultimo finalista, Terrarium N. 12 di Nicolò Soligo nasce da una ricerca volta a scoprire le relazioni casuali tra le forme di vita microbiche che coesistono e influenzano la flora e la fauna in rapporto agli ambienti della biosfera, basata sulla ricerca zoologica di Donna Haraway e su quella di Humberto Maturana e Lynn Margulis. Il risultato è la creazione di una scultura che possa visualizzare in modo simbolico l'interconnessione tra gli elementi naturali e il rapporto tra universale e individuale. L'opera si compone di un dispositivo ottico il cui corpo principale è un terrario vetrato pentagonale, dove ogni faccia interna del solido è creata con una pellicola a specchio e uno strato di sottile Agar trasparente utilizzando colture microorganiche sensibili alla luce UV, senza striare le colonie ma depositandole in punti. Grazie all'applicazione della pellicola specchiante, le superfici interne irradiate dal piedistallo reagiscono creando attraverso il riflesso della luce uno spazio illusorio, in cui le colture, grazie alla loro fluorescenza, vengono proiettate in frattali. Il n. 12 rappresenta l'unità cosmologica e il compimento dei cicli di vita, suggerendo allo spettatore la dimensione di un dispositivo di osservazione planetaria.
Foto: © Yakult/NABA