Una Madonna a seno nudo allatta il Bambino e lui fissa con il suo sguardo più sapiente che ingenuo lo spettatore. Una concessione alla nudità nel sacro, da parte della severa cristianità dell'epoca. Un'opera recentemente ritornata in provincia di Milano, a Oggiono, dove nel 1470 nacque il suo autore, Marco d'Oggiono, allievo di Leonardo. Contemporaneamente un'altra simile Madonna del Latte, ha fatto parlare di sé al Centro Laudato Sí, presso la Pietra di Bismantova, montagna " sacra" in provincia di Reggio Emilia.
Chi va e chi resta. Mentre la prima Madonna ci ha messo settant'anni, dopo diverse peripezie nel mercato clandestino delle opere d'arte, a rientrare in possesso della Pinacoteca Ambrosiana di Milano, e a tornare a casa, a Oggiono, in prestito per essere esposta nella sala Consiliare del Comune, la seconda troneggia in un affresco nel santuario di Bismantova da oltre 5 secoli, meta di continui pellegrinaggi.
Non Censurato. Entrambe le opere sono sfuggite alla censura dopo il Concilio di Trento (1563) che fra gli altri provvedimenti della Controriforma decretò la copertura delle nudità ove possibile o altrimenti la distruzione delle opere sacre non corrispondenti al senso del pudore, di cui la Vergine Maria doveva essere il primo esempio.
Naturalismo in arte sacra. Perché per un certo periodo si erano invece diffuse Madonne che allattavano a seno nudo? La risposta è per certi versi paradossale: nel cercare di difendersi dalle eresie, la Chiesa finì per fare convertire nell'iconografia delle Madonne del Latte la religiosità al femminile pre-cristiana, ovvero pagana.
La Madonna che allatta è una delle prime rappresentazioni di Maria. Dopo il Concilio di Efeso ( 431 d.C.) venne diffusa per contrastare l'eresia Nestoriana, secondo cui Maria non era madre di Dio, ma madre dell'uomo Gesù, in cui fu successivamente infusa la divinità. Secondo i vescovi del Concilio di Efeso, era invece madre del Bambino nato già Dio (Theotókos , e non Christotókos, cioè dell'uomo Gesù come suggeriva il patriarca di Costantinopoli Nestorio, (381-451 d.C.).
Maria chi? Sembra che le prime immagini della madonna che allatta arrivino dall'Oriente, ispirate alle rappresentazioni della dea egizia Iside che allatta il figlioletto Horus. Ma perché ispirarsi a un culto pagano? Come emerge nel libro Bismantova e la sua Madonna di Cesare Capone, Maria, paradossalmente, non era popolare fra i primi cristiani. Negli scritti di Paolo, considerati i più antichi documenti cristiani sull'annuncio della resurrezione, la madre di Gesù non viene nemmeno nominata.
Nella Lettera ai Galati di Paolo, del 56 d.C. si dice solo "nato da donna sotto la Legge". In sostanza, da un essere umano e in regola con le usanze ebraiche.
Incompreso. Nei vangeli sinottici, cioè quelli di Marco, Matteo e Luca, sotto la croce c'erano una Maria di Magdala e una Maria figlia di Giacomo il Minore e anche una Salomè, cioè alcune seguaci, ma non Maria madre di Gesù. La cui figura in altri passi è indistinta con quelle dei parenti che non approvano le prediche di Gesù e che anzi si lamentano di lui: "È fuori di sé".
Tutti e tre i vangeli sinottici riportano un cosiddetto "passo del rifiuto": una volta la madre e i fratelli lo mandarono a chiamare mentre stava predicando. Lui rispose ironicamente a chi lo stava informando della loro presenza: "chi è mia madre, chi sono i mie fratelli?". E indicando i fedeli che lo ascoltavano disse: "ecco mia madre, ecco i miei fratelli".
Dalla storia alla fede. Dai vangeli sinottici risultano insomma rapporti difficili con la famiglia fin dall'infanzia (Luca 2,41- 50) e l'incomprensione della madre e dei fratelli (Marco 3,20-21; 31-35 paralleli). Se nel più antico dei Vangeli, quello di Marco (del 70 d.C.), il più vicino ai fatti, non si parla della Madonna come di una figura importante, ciò può rivelare una verità storica.
Madre di tutti. Chi collocò la Madonna sotto la croce è invece Giovanni (autore del vangelo canonico più tardo, del 90 d.C. circa, evangelista teologo meno legato alla cronaca). Nel dire che Gesù prima di morire raccomanda sua madre di vegliare sugli apostoli, per estensione Giovanni promuove la Madonna a madre di tutti i cristiani. Tuttavia ciò non giustificherebbe, secondo gli storici del cristianesimo antico, la grande popolarità della Madonna delineatasi successivamente.
Culto popolare. Un fatto spiegabile storicamente più per acclamazione popolare che per iniziale indicazioni dei vertici della Chiesa. Nel cristianesimo, come nell'ebraismo, mancava una figura carismatica femminile. Il cristianesimo però, fin dalle origini, salta i confini dell'etnia giudaica per diventare multietnico. Ma così facendo deve fare i conti con le tradizioni religiose, molto antiche, di altri popoli le cui divinità erano spesso femminili.
Una per tutte. C'era insomma il bisogno diffuso di esprimere una religiosità al femminile. E per questo, partendo dal culto preistorico della Grande Madre, passando per le dee Iside, Isthar o Cerere (di Egizi, Babilonesi e Romani) questo bisogno dal basso confluì nel culto della Madonna.
Papa Gregorio Magno prese in qualche modo atto della situazione e disse che piuttosto che distruggere i santuari pagani, dove ancora sopravviveva la vecchia religione, conveniva trasformarli in santuari della Madonna.
Allattamento e sopravvivenza. L'icona di Maria nel momento di allattare, si prestava particolarmente al culto atavico, molto pratico, vicino alle donne e alle famiglie. La fecondità era necessità e virtù, partorire a quell'epoca comportava dei rischi e non avere latte era un problema. Raccomandarsi a lei poteva funzionare. Questa Madre dei cristiani che come le vecchie dee favoriva la vita, proteggeva anche contro le malattie e altre avversità. A Bismantova nei secoli si moltiplicarono le grazie ricevute e gli ex voto. Come in altri santuari sparsi per l'Italia la Madonna diventò la madre di tutti i cristiani a cui rivolgersi.