Il tradizionale corso del ciclo della vita, dal potenziale vigore dei giovani alle problematiche della fase adulta al prevedibile declino di quella anziana, negli ultimi anni è in completa ridefinizione: quando si diventa adulti, lasciando il momento in cui si mettono alla prova le proprie ambizioni (gioventù e adolescenza)? Com'è cambiato il periodo della vecchiaia che oggi arriva sempre più tardi ed è sempre più attiva, sempre più fonte di nuove energie?
A questi temi è dedicato il progetto artistico "la lunga vita", un percorso fotografico in oltre 120 immagini, realizzate da Costantino Ruspoli che contribuiscono a rappresentare un frammento di esistenza capace di interpretare le multiformi dimensioni delle fasi che compongono la nostra esistenza.
La mostra, a lungo rimandata a causa della Covid, sarà visitabile gratuitamente dal 1° al 13 ottobre a Milano presso Palazzo Morando | Costume Moda Immagine, in via Sant'Andrea 6.

Il percorso si snoda lungo una selezione delle fotografie degli anziani e dei giovani già presentate rispettivamente nel 2017 a Palermo e nel 2019 a Padova, oltre a una sezione inedita relativa agli adulti.
La Mostra sarà visibile anche grazie ad un virtual tour che la renderà fruibile nel tempo e per chi non potrà visitarla in presenza.
Il progetto artistico "La lunga vita", presentato per la prima volta nella sua totalità, prende spunto dai Rapporti annuali di Fondazione Farmafactoring, alla cui stesura hanno contribuito anche Fondazione Censis e CERGAS-Bocconi, focalizzati sull'evoluzione dello stato di salute e del rapporto che gli italiani hanno con il proprio corpo e sulla capacità del sistema sanitario di farsi carico dei bisogni espressi, valutando i possibili scenari futuri rispetto ai quali valutare le politiche sanitarie e sociali.


Partendo dai temi della salute, l'obiettivo è quello di offrire una panoramica realistica e autorevole della società italiana con in primo piano le persone, le loro particolarità, la loro soggettività, la loro unicità, cercando di andare al di là dei luoghi comuni per rappresentare la realtà nelle sue dimensioni più vere. La speranza è quella di sollecitare una riflessione fatta con spirito costruttivo all'unico mondo e all'unica vita che abbiamo.
Una mostra nella mostra. Una sala dell'esposizione è poi dedicata a sei meravigliose tavole inedite di Carlo Maciachini,
Come ciclicamente avviene, considerata la ricchezza dei documenti conservati nei depositi delle Civiche Raccolte Storiche, nel 2018 venne programmata una ricognizione patrimoniale.
Durante la verifica della raccolta delle carte geografiche, un plico rivelò disegni realizzati con colori brillanti e da una mano inconfondibile, quella dell'architetto Carlo Francesco Maciachini (1818-1899).
Carlo Francesco Maciachini, nato a Induno Olona in una famiglia umile, si trasferì a Milano dove inizialmente operò come intagliatore in legno, ma successivamente si specializzò in Architettura frequentando i corsi dell'Accademia di Belle Arti di Brera. Il Cimitero Monumentale di Milano è senza dubbio la sua opera più illustre. Nel 1862 fu indetto un concorso per la realizzazione dell'ambizioso progetto del Cimitero Monumentale, struttura da collocare su un'estesissima area pari a 180.000 mq in una zona allora estremamente periferica della città.


Il vincitore fu Carlo Maciachini che nel 1863 cominciò a occuparsi del progetto. Inaugurato il 2 novembre 1866 con una cerimonia solenne, il Cimitero Monumentale fu ultimato solo nel 1887 con il completamento del Famedio, un Pantheon di uomini illustri che costituisce l'edificio centrale della struttura. Esattamente un secolo dopo l'inaugurazione del Cimitero un privato cittadino, Oreste Brambilla, iniziò uno scambio epistolare con il direttore del Museo del Risorgimento, in cui dichiarava l'intenzione di donare le grandi tavole autografe dell'importante architetto, che lui stesso aveva ricevuto dai suoi antenati. E così fu: la donazione avvenne nel 1966.


Si tratta di disegni di grande formato, con base o altezza superiori a un metro, raffiguranti sezioni, singoli elementi architettonici e il fronte del Famedio del Cimitero Monumentale. Datati 24 agosto 1870 e realizzati ad acquerello, matita grafite, gouache acquerellata, china e biacca, descrivono con maestria sia l'architettura dell'edificio sia i particolari decorativi. Carlo Maciachini ha inoltre animato alcuni di essi con piccole figure, nobildonne e signori in visita, uno spaccato della Milano del tempo vista con gli occhi di un architetto poliedrico e raffinato.


Il Famedio del Cimitero Monumentale, concepito inizialmente come chiesa cattolica, cambiò la sua destinazione d'uso nel 1870, divenendo Pantheon degli uomini meritevoli, tempio della memoria per "illustri, benemeriti e distinti nella storia patria", categorie definite dal Regolamento adottato nel 1884 da un'apposita Commissione incaricata di individuare i criteri di ammissione agli onori del Famedio. Attraverso l'osservazione dei disegni donati al Museo del Risorgimento si può venire a conoscenza di come la struttura fosse stata originariamente ideata e realizzata e talvolta in seguito modificata. Alcuni elementi sottolineano infatti una certa continuità fra la concezione iniziale del progetto e la veste che conosciamo oggi.
Il restauro dei sei disegni, sottoposti a preventive indagini non invasive, è stato eseguito da Valentina Paoli (Paoli Valentina Restauro e conservazione d'opere d'arte su carta) attraverso il pieno recupero della planarità delle carte, nella ricomposizione degli strappi e nel risarcimento delle lacune.
I disegni sono poi stati montati su appositi supporti con una modalità totalmente reversibile che tuttavia ne garantisce la conservazione e la possibilità di esposizione. Sfogliare queste tavole, osservare da vicino il tratto della matita e le sfumature dei colori acquerellati direttamente sulla carta originale in cui il Maciachini impresse le sue idee progettuali è un'esperienza emozionante e rara, che porta il visitatore in un tempo e in un luogo molto caro al pubblico milanese e non solo.
L'intervento è stato realizzato grazie al sostegno di Fondazione Farmafactoring: nata nel 2004 al fine di promuovere e di valorizzare attività culturali e di ricerca, per contribuire alle analisi sui modelli di gestione e controllo per la Pubblica Amministrazione, e sulle strutture, le sussidiarietà, la governance dei sistemi sanitari in Italia e in Europa.