







Nei disegni di Alessandro Diddi le figure sembrano saltare fuori dalla carta, interagire con la realtà, addirittura scappare dal loro triste mondo a due dimensioni. Come di fronte a un prestigiatore, l'osservatore inizia a sfogliarli chiedendosi dove stia il trucco. Qui però non c'è trucco, solo l'inganno del nostro cervello «che è abituato a vedere la realtà attraverso parametri ben precisi, gli stessi che io vado a modificare», ha spiegato l'autore a Focus.it.
La tecnica è quella dell'anamorfismo (o anamorfosi), già utilizzata dai tempi di Leonardo da Vinci. Nel caso specifico, Alessandro Diddi utilizza per ogni disegno un unico foglio che può essere steso, piegato o ritagliato, senza ricorrere a ritocchi in post-produzione. Gli elementi al di fuori del foglio bianco sono tutti reali.
Lo scatto perfetto. Non si tratta soltanto di disegnare, perché nell'anamorfismo l'illusione è efficace da un solo punto di vista. La parte più difficile è proprio la composizione della scena finale e lo scatto della fotografia che deve essere di precisione millimetrica, racconta Diddi: «è in questa fase che convergono tutte le valutazioni fatte in precedenza ed è qui che possono emergere gli eventuali errori. Spesso mi occorrono oltre 50 scatti per ottenere la foto perfetta». Nel caso del disegno del bicchiere e della bottiglia, per esempio, l'acqua vera rischiava in ogni momento di gocciolare sull'acqua disegnata e ci sono volute decine e decine di tentativi per ottenere il risultato sperato.
L'autore. Alessandro Diddi classe 1970, è diplomato presso la Scuola d’Arte di Pisa e ha frequentato la facoltà di architettura di Firenze. Lavora attualmente in un'industria cartotecnica ed è da vent'anni disegnatore freelance per studi di grafica e architettura. Si è avvicinato al disegno anamorfico soltanto da un anno. Dal 19 luglio alcune delle sue opere sono in mostra al Masters of Illusion di Santa Monica.







