Arte

La chimica di Yves Klein e l’invenzione del suo blu

Per l'artista Yves Klein il blu oltremare era "il colore assoluto", per questo ne volle brevettare uno tutto suo, attraverso complessi procedimenti chimici, dall'aspetto vellutato e super resistente.

Era metà Novecento quando, un giovane artista francese di nome Yves Klein, conquistò il mondo dell'arte internazionale, alla guida del movimento del Nouveau Realisme e anticipatore della Body Art

Yves Klein ebbe una vita artisticamente intensa e feconda ma molto breve, interrotta prematuramente da un infarto all'età di 34 anni. Il mondo però lo ricorderà per sempre per aver creato un nuovo colore.

FAMOSO PERCHé? Ciò che lo ha reso celebre è stata l'invenzione di una tonalità di blu oltremare, da lui ribattezzata come "International Klein Blu", che utilizzò per diverse opere nell'arco della sua carriera.

Quello che cercò di ottenere, con vari tentativi, era mantenere la brillantezza e la tonalità di un determinato pigmento di colore, che solitamente si perde una volta che questo viene unito al legante. 

Yves Klein - Monocromo blu Klein
IKB 191, una delle opere monocromatiche di Yves Klein, si trova al MoMA di New York. (scalleja – CC BY-SA 2.0).

Prodotto in laboratorio. Finalmente, nel 1955 entrò a contatto con un prodotto chimico chiamato "Rhodopas M60A", una resina sintetica che veniva impiegata come fissante. Klein intuì che questa resina, se diluita con alcol etilico al 95% e aceto d'etile, unita alla polvere di blu oltremare sintetico 1311, poteva essere utilizzata per legare i pigmenti sulla tela, creando un colore opaco e privo di riflessi.

Nel 1956, con l'aiuto di Eduard Adam, chimico francese, titolare di un colorificio di Montparnasse, a Parigi, con il quale collaborò e fece esperimenti per un intero anno, trovò il colore che venne definito il "Blu Klein", un blu oltremare intenso che l'artista definì "l'espressione più perfetta del blu".

Colore sintetico. Il pigmento ottenuto, un blu purissimo, non perdeva mai la sua naturale brillantezza, grazie alla resina sintetica usata come legante. I leganti tradizionali, infatti, come la colla di pesce, la caseina o l'olio di lino, spegnevano la brillantezza dei pigmenti.

In quel colore, invece, Klein trovò esattamente quello che cercava: la ricerca dell'infinito, la pace, la contemplazione, l'unione tra cielo e mare, regalando allo spettatore uno stato di libertà fisica e mentale.

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