Tutto iniziò quando il produttore Dino De Laurentiis chiamò Carlo Rambaldi a Hollywood per il remake di un classico della storia del cinema, il King Kong del 1933, che ai tempi aveva terrorizzato le platee e sbriciolato gli incassi. Guarda caso, Rambaldi aveva visto l'originale a soli dieci anni nel cineteatro del suo paese natale, vicino a Ferrara, e ne era rimasto ammaliato. L'offerta di De Laurentiis sembrava quindi un segno del destino: grazie a questa pellicola, infatti, Rambaldi vinse il suo primo Oscar, nel 1977, per gli effetti speciali che davano vita al "mostro".


Nella mano di King Kong, la mostra aperta al pubblico al MIC - Museo Interattivo del Cinema di Milano fino al 9 gennaio 2022 vuole documentare la prima impresa americana di uno dei più grandi talenti del nostro cinema. L'esposizione, nata dalla collaborazione tra Cineteca Milano e la famiglia Rambaldi (e in particolare i figli Daniela e Victor), offre ai visitatori materiali della collezione privata del maestro mai esposti prima, come bozzetti e disegni originali del processo creativo, ma anche diapositive e oggetti dedicati ai grandi e piccoli appassionati di Kong Kong.
La mano di Kong con Jessica Lange. Sarà, questa, un'occasione unica per vedere da vicino la mano gigante del super gorilla (6 metri per 2), un capolavoro di effetti speciali e unica parte sopravvissuta della creazione originale di Rambaldi. Il percorso prevede poi 15 dipinti del maestro mentre si documentava su forme e movimenti delle grandi scimmie, la cassa che si costruì per contenere tutti gli attrezzi di lavoro, la sedia dell'ingegnere che portava sempre sul set, 100 progetti di Kong disegnati a mano (esibiti su un'installazione di 20 schermi), alcune diapositive inedite scattate da Rambaldi durante le prime realizzazioni del gorilla gigante. In mostra c'è anche un video storico in cui Rambaldi spiega, passo per passo, la realizzazione a "grandezza naturale" della mano di Kong che tiene stretta l'allora esordiente Jessica Lange.


Per dare l'idea della complessità e la genialità del progetto, va detto che Carlo Rambaldi creò un pupazzo meccanico telecomandato (un animatrone) alto 12 metri, che venne però usato in poche scene: nella maggior parte delle inquadrature in cui si vede il gorilla nella sua interezza, Kong era impersonato da un attore con un costume, per il quale furono realizzate a parte delle maschere in grado di esprimere le più comuni emozioni del gigante.

Ad arricchire la visita della mostra, quattro esperienze di VR (realtà virtuale) su "Il mondo delle scimmie e King Kong" e una rassegna di 33 film ispirati al leggendario gorilla (dal Figlio di King Kong a Gorilla nella nebbia, dal King Kong del 1933 a Tarzan e l'uomo scimmia).
Sul sito della Cineteca Milano sono disponibili alcuni filmati dell'Archivio Rambaldi e una selezione delle pellicole in programma.