Andy Warhol? È scomparso nel 1987, prima che il mondo conoscesse internet e la diffusione su larga scala del computer. Eppure fece in tempo a creare opere d'arte digitale con un computer Amiga 1000. La cosa curiosa è che nessuno se n'era accorto, nonostante le quotazioni stratosferiche delle sue opere (valutate diverse milioni di euro), fino a quando qualche giorno fa Cory Arcangel, un estimatore, ha ritrovato negli archivi della Fondazione Warhol 40 dischetti pieni di riproduzioni digitali di alcuni suoi quadri famosi e altre sperimentazioni in pixel create con un software allora in voga: Graphicat (vedi gallery).
Le opere a dozzine, ancora in via di valutazione, erano state commissionate al re della Pop Art dalla Commodore, che sperava di dimostrare le capacità artistiche del computer negli anni 80 (altri tempi, vedi sotto). Le immagini che Warhol ha creato - tra cui alcune riproduzione pixelate dei suoi famosi Campell's Soup, Banana e Marilyn - sono state poi congelate su alcuni dischetti Amiga, ormai obsoleti. Per recuperarli, la Fondazione Warhol si è rivolta al Computer Club della Carnegie Mellon University: dei veri specialisti in grado di aprirli senza danni.
Che Warhol amasse le nuove tecnologie è risaputo. Lo sapeva anche Steve Jobs che gli presentò uno dei primi Mac, ricevendone alcuni buoni consigli. Come ha dichiarato il direttore del Warhol Museum, Eric Shiner, "Si può solo immaginare cosa avrebbe fatto uno come Warhol con Instagram". Ora c'è solo da scoprire quanto potrebbero valere le sue opere digitali.