Solo un single su quattro non ha fatto sesso nell’ultimo anno, nei paesi più ricchi. In quelli in via di sviluppo, invece, i single e i giovani sono meno attivi sessualmente, ma le malattie a trasmissione sessuale sono più diffuse. È il risultato di una ricerca inglese condotta in tutto il mondo.
I ragazzi fanno sesso per la prima volta tra i 15 e i 19 anni. Più presto i maschi, un po' più tardi le femmine. |
Monogami o poligami?
Anche se la monogamia regna sovrana in tutto il mondo e la maggior parte degli intervistati dichiara di avere avuto un solo partner nello scorso anno, nei paesi occidentali c’è una maggior tendenza ad avere diversi amanti. Ad alzare la media sembra che siano i single di tutte le età e gli under 25.
I single che vivono in Occidente, da quanto dichiarato, hanno una vita sessuale molto attiva: tre su quattro hanno avuto diversi partner nello scorso anno. Mentre, solo i due terzi dei single, che vivono nei paesi africani, hanno fatto sesso nello stesso periodo.
Eppure proprio in Africa, si registra la maggior diffusione di malattie a trasmissione sessuale e soprattutto dell’Aids.
A ciascuno il suo…
Questo dimostrerebbe, secondo i promotori dello studio, che la povertà, la mancanza di parità tra i sessi e la mobilità, più che la promiscuità sono i veri fattori di rischio per le infezioni sessuali.
«Uomini e donne fanno sesso per ragioni diverse - afferma Kaye Wellings, una delle autrici della ricerca - e in modi differenti nei diversi luoghi del mondo» e queste differenze devono essere rispettate, quando si progettano campagne per la prevenzione di malattie sessuali, se si vuole che siano efficaci.
Giocare a fare i grandi
L’Unicef, convinta che la disinformazione sia uno dei maggiori problemi per la lotta all’Aids in Africa, ha pensato di far conoscere i metodi di prevenzione ai bambini, in un modo particolare. Con un gioco. Il videogame si chiama “tu cosa faresti?” e ha due protagonisti maschi e due femmine che iniziano una relazione amorosa. Secondo l'Unicef, il gioco potrebbe avere una larga diffusione, poiché è stato sviluppato in lingua Swahili, parlata da 100 milioni di persone nell’Africa orientale: in Kenya, Tanzania, Uganda e nella Repubblica Democratica del Congo.
I bambini sieropositivi nel mondo sono 2,5 milioni, di cui la maggior parte vive in Africa.
(Notizia aggiornata al 2 novembre 2006)