Nei paesi occidentali e nell'emisfero settentrionale, il mese di settembre fa tipicamente registrare un picco di nascite. In anni recenti questo baby boom era stato correlato ai cambiamenti stagionali, che potrebbero influire sulla fertilità, che cascano nei periodi concomitanti alle principali festività, il Natale e il Capodanno. Ma un nuovo studio suggerisce che la causa dell'aumento delle gravidanze è culturale, non biologica.
Termometro web. I ricercatori dell'Università dell'Indiana (Usa) hanno usato il web per "tastare" umori e desiderio sessuale durante le vacanze natalizie. Hanno esaminato, per 130 nazioni, le chiavi di ricerca su Google che includevano termini legati al sesso tra il 2004 e i 2014, e il 10% dei post pubblici su Twitter dalla fine del 2010 all'inizio del 2014.
Andamento inequivocabile. Le analisi hanno rivelato un aumento di interesse per il sesso e per i termini sessuali in concomitanza delle festività religiose: il Natale per i Paesi a maggioranza cristiana e Eid-al-Fitr, la celebrazione che segna la fine del Ramadan, in quelli a maggioranza musulmana. Il picco di nascite 9 mesi dopo Eid-al-Fitr è significativo, perché questa festa non cade sempre lo stesso giorno, e il baby boom si sposta di conseguenza.
Inoltre, l'interesse per il sesso (così com'è rivelato dalle ricerche) non varia in base alla geografia, come conferma il fatto che il Natale nell'emisfero australe cade nella stagione calda - non sono quindi le stagioni a rendere settembre un mese così prolifico.
Natale con i tuoi. Che cos'è, allora? L'analisi dei post su twitter ha evidenziato maggiori sentimenti di tranquillità e calma, e felicità nonché un aumentato interesse per i bambini e la famiglia in concomitanza del Natale. La controprova? La Pasqua e la Festa del Ringraziamento non sembrano sortire lo stesso effetto a distanza dei canonici nove mesi.