Scuola e Università

Scuola, inizio alle 11.00 per adolescenti in salute

Da anni gli esperti denunciano la deprivazione di sonno dei teenager durante l'anno scolastico. E se la campanella suonasse due, tre ore più tardi? In Gran Bretagna sono partiti i primi esperimenti.

Si torna a scuola e molte famiglie tirano un sospiro di sollievo: la normale routine mattutina può finalmente riprendere. Ma insieme alle aule riaprono anche i dibattiti sull'orario in cui è bene iniziare.

Il tema non è nuovo: buona parte della comunità scientifica è concorde nel dire che iniziare alle 8:30 o prima, poco si adatta alle esigenze biologiche degli adolescenti.

disagio cronico. Per Paul Kelley, dell'Istituto di Neuroscienze circadiane e del sonno dell'Università di Oxford, gli studenti britannici - ma vale anche per quelli italiani - perdono circa 10 ore di riposo alla settimana, e soffrono di una deprivazione del sonno pari a quella di un giovane medico reduce da un turno di 24 ore.

L'orario ideale. Secondo il ricercatore, i ragazzi tra gli 8 e i 10 anni dovrebbero sedersi ai banchi alle 8:30 o più tardi; i 16enni alle 10:00, e i 18enni alle 11:00 (con buona pace dei genitori che devono recarsi al lavoro). Questo, perché i ritmi circadiani degli adolescenti sono posticipati di un paio d'ore rispetto a quelli degli adulti, e la scuola inizia attualmente in un orario in cui il loro corpo ha ancora necessità di dormire.

Luce blu. Se poi aggiungiamo che quasi tutti prima di dormire si espongono alla luce di tablet e cellulari (che interferisce con la produzione di melatonina, un ormone che regola i cicli del sonno) il quadro è completo.

Ricerca sul campo. Per correre ai ripari, Kelley e colleghi, insieme all'Università di York e alla Harvard Medical School, stanno lavorando al Teensleep Project, il più ampio studio sul tema (patrocinato e finanziato dal Wellcome Trust) che sta testando l'efficacia di diversi orari di inizio delle lezioni in un centinaio di scuole inglesi.

Effetti collaterali. I risultati sono attesi per il 2018, e la posta in gioco è alta: rispettare i livelli circadiani è essenziale per ottimizzare le capacità di allerta e concentrazione. La deprivazione di sonno è al contrario associata a stanchezza, frustrazione, ansia, aumento di peso, ipertensione, comportamenti rischiosi, abuso di alcol e droghe. Un riposo di meno di 6 ore a notte può portare a cambiamenti nell'attività dei geni che regolano il sistema immunitario e a un più alto rischio di influenza e malattie metaboliche.

Penalizzati. «Siamo in genere una società che dorme troppo poco, ma i ragazzi tra i 14 e i 24 anni pagano lo scotto maggiore» dice Kelley. Che aggiunge che adeguare gli orari scolastici ai bioritmi degli studenti potrebbe ridurre del 10% i tassi di abbandono delle scuole.

10 settembre 2015 Elisabetta Intini
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