Uno scienziato robot sviluppato in Gran Bretagna fa la sua prima scoperta scientifica tutto da solo, mentre un robot bambino prova a imparare dall'esperienza.
(Alessandro Bolla, 3 aprile 2009)
Nel prossimo futuro le sedie degli scienziati potrebbero essere occupate da una nuova generazione di robot, capaci di lavorare 24 ore su 24 senza pause, senza scoraggiarsi di fronte agli insuccessi e soprattutto senza stipendio.
Esagerazione? Forse sì, ma un gruppo di scienziati del Biotechnology and Biological Sciences Research Council (BBSRC) presso la Aberystwyth University (Regno Unito) presenterà oggi al mondo Adam, il primo sistema informatico che è stato in grado, in totale autonomia, di compiere un processo scientifico completo effettuando una nuova scoperta: una particolarità del genoma di alcuni lieviti, validata dalle ricerche di scienziati umani.
Un robot per collega. Adam, grazie alla sua intelligenza artificiale, ha prima ipotizzato che alcuni geni del lievito fossero i responsabili della produzione di uno specifico enzima e ha poi effettuato una serie di esperimenti in un laboratorio completamente robotizzato. Ha infine raccolto i dati e interpretato i risultati prima ripetere dall’inizio il ciclo. "La ricerca biologica è complessa e noiosa", spiega Ross King, responsabile del progetto, "perfetta per essere effettuata da una macchina".
Adam non resterà solo a lungo: i ricercatori stanno già mettendo a punto Eve, il cui primo incarico sarà quello di cercare una cura efficace contro malaria e schistomatosi, una malattia tropicale causata da un parassita.
Robottino bello di ricercatore suo... E mentre gli scienziati inglesi si dedicano alla ricerca, nei laboratori delle Università di Ferrara, Lisbona, Uppsala e Pisa si lavora su Icub: un baby robot del costo di 11 milioni di euro il cui compito è quello di comportarsi come un bambino di 2 anni e mezzo e… imparare.
Icub dovrà infatti interagire con l’ambiente esterno, raccogliere gli stimoli, elaborarli, trasformarli in esperienza e prendere decisioni senza ricorrere a specifici e complessi software decisionali. Per ora fa ginnastica e suona la batteria... come si vede nel video qui sotto.
Abbiamo inviato una troup a Genova per vederlo in azione e intervistare i ricercatori che lo stanno sviluppando. A breve pubblicheremo il video.