Tenere a freno la tentazione di controllare Facebook e Twitter durante le attività quotidiane può essere difficile per tutti, ma c'è una categoria di soggetti particolarmente predisposta a lasciarsi distrarre dallo schermo del cellulare: gli studenti. Per questo motivo due università negli Stati Uniti stanno sperimentando un metodo ingegnoso per abbattere, o quantomeno ridurre, l'influenza di app e social network sui propri iscritti.
L'APP contro le APP. Paradossalmente, la soluzione scovata dalla California State University e dalla Penn State è proprio un'app. L'ha sviluppata un membro del primo istituto, si chiama Pocket Points ed è un servizio di offerte e sconti che premia gli studenti in base alla loro capacità di resistere alle lusinghe del telefono quando si trovano in facoltà. Una volta a lezione devi solo avviarla e poi bloccare lo smartphone: più tempo riesci a tenerlo in questo stato senza sbirciare notifiche e messaggi, più l'app ti ricompensa con dei punti virtuali. Ogni 20 minuti di attenzione ti fanno guadagnare un punto.
Vincono tutti. Ovviamente il gioco non è fine a se stesso: i punti conquistati sbloccano offerte speciali su cibo e altri beni di consumo acquistabili nei campus e nei negozi convenzionati che stanno nei dintorni. Un incentivo convincente per chi spesso, a quella età, deve fare i conti con budget risicati. Colazione gratis e sconti sui libri di testo vanno per la maggiore, ma sono diffusi anche coupon per fast food e per negozi di altre categorie: 10 punti ad esempio valgono uno sconto del 15% sull'abbigliamento in vendita presso lo spaccio universitario. Gli studenti sono più attenti, gli esercenti fanno più affari: vincono tutti.
Inutile però tentare di fare i furbi, perché il sistema di raccolta punti funziona tramite un sistema di geolocalizzazione. Prima di far partire il timer, cioè, l'app chiede al telefono qual è la sua posizione gps: se questa non corrisponde alle coordinate dell'università, niente punti.