Poche materie scolastiche suscitano passioni forti come la matematica: ci sono quelli (pochi) che si trovano a proprio agio con i numeri, e c’è chi afferma di essercisi inutilmente rotto la testa per anni. Ma anche gli esperti si domandano da tempo da dove derivi questa capacità unicamente umana, se sia frutto solo dell’apprendimento, tanto studio e buoni insegnanti, o se ci sia una componente naturale.
Secondo ricerche recenti, il «pallino» della matematica potrebbe esistere sotto forma di un innato «senso del numero». Questo tratto è la capacità intuitiva di cogliere la differenza tra gruppi di oggetti di diverso numero. A occhio, si potrebbe dire. Ce l’hanno anche molti animali, che per esempio, tra due cesti in cui hanno visto deporre del cibo, riescono a scegliere quello che ne contiene di più (vedi esperimento). E probabilmente questa capacità è stata utile ai nostri antenati per valutare in un istante la pericolosità di un gruppo di predatori. Ma avere un senso del numero più o meno sviluppato ha a che fare con la capacità di essere bravi o no in matematica? Parrebbe di sì.
Test di curiosità
In un laboratorio della Duke University che si dedica alla ricerca sulla cognizione matematica, 48 bambini di sei mesi sono stati sottoposti a un test per studiare il loro senso del numero. Ariel Starr e Elizabeth Brannon hanno mostrato ai piccoli due schermi su cui comparivano due insiemi di punti. Sul primo, dieci punti neri che cambiavano di grandezza e posizione; sull’altro, punti che, oltre a cambiare nello stesso modo, variavano anche di quantità, da dieci a venti. Nel frattempo, veniva misurato il tempo che ciascun bambino dedicava a guardare una parte o l’altra dello schermo.
L’idea è che, come vari studi hanno dimostrato, i bambini amano la novità: se si soffermano di più a osservare la parte dello schermo in cui i punti variano di numero significa che qualcosa li ha colpiti, cioè probabilmente hanno notato il cambiamento. Indirettamente, secondo i ricercatori, questo dà una misura di quanto è sviluppato il loro senso del numero.
Giochi matematici per lattanti?
Tre anni dopo questa prova, in età da asilo, i 48 bambini sono tornati al laboratorio per sottoporsi ad altri test con cui sono state misurate le loro capacità matematiche, tra cui quella di contare, identificare i numeri, e fare alcuni calcoli elementari, oltre che a test sull’intelligenza e le capacità verbali.
Il risultato è stato che i bimbi che a sei mesi avevano guardato di più lo schermo con i punti che cambiavano di numero hanno ottenuto risultati migliori. In particolare, questo effetto è stato assai marcato agli estremi: chi aveva un forte senso del numero ha ottenuto risultati particolarmente buoni ai test di matematica, così come chi non lo aveva è andato particolarmente male. Nei casi intermedi la relazione è stata meno significativa.
Rimane ancora molto da capire, per esempio quale sia la radice biologica del senso del numero, e quali altri fattori contribuiscano a sviluppare la capacità matematica. Per gli autori, però, questo risultato dimostra che c’è spazio per aiutare i bambini a migliorare il loro senso del numero prima ancora che imparino a contare. E a parlare. I produttori di giochi educativi non se lo faranno di certo sfuggire!
La ricerca è stata pubblicata su PNAS.
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