La notizia di un accordo tra Apple e lo Zimbabwe per la realizzazione di un iPad a energia solare è circolata per alcuni giorni sul web. In realtà non esiste alcuna partnership, ma solo il desiderio del ministro del paese africano di portare i suoi studenti nel nuovo millennio.
Le parole di David Coltart - ministro dell’educazione dello Zimbabwe - pubblicate sul suo profilo di Facebook sono state male interpretate e in effetti, fino alla sua smentita (e a quella di Apple) sembrava un progetto umanitario di tale portata che era impossibile non scriverne. Lo stavamo per fare anche noi finché, facendo qualche ulteriore ricerca, abbiamo scoperto che qualcosa non quadrava.
Il ministro scriveva entusiasta su Facebook che c’era stato un favoloso incontro con Apple a Parigi per svelare il progetto “School Box” per portare gli iPad 2 a energia solare nelle scuole più povere e remote dello Zimbabwe e che sperava che il primo programma pilota sarebbe già iniziato dal prossimo anno. E che era molto eccitato all’idea di collaborare con Apple sul progetto.
Il ministro, in realtà, era a Dublino dove aveva appena incontrato alcuni rappresentanti dello IADT (Institute of Art, Design and Technology) che stanno progettando un kit per le scuole - che include davvero un iPad 2 - oltre a un caricatore a batteria solare e un proiettore per improvvisare lezioni all’aria aperta in zone rurali dell’Africa e dell’India. Si tratta di un bel progetto che però non è in alcun modo collegato ad Apple, anche se pare siano in corso delle trattative tra lo IADT e Cupertino. Ed è forse questo a cui si riferiva il ministro nel suo post accennando a quel “favoloso incontro a Parigi”.
È invece già realtà il progetto indiano Aakash, un tablet super economico con schermo touch da 7 pollici fortemente voluto dal governo di Nuova Delhi per consentire alle nuove generazione di familiarizzare con i dispositivi elettronici che saranno il futuro. (sp)