Un software sviluppato in Canada ha battuto a poker una squadra di campioni umani. E senza "bluffare". Luca Pagano, giocatore professionista, spiega ai lettori di Focus.it come questo è stato possibile. (Alessandro Bolla, 9 dicembre 2008)
Hanno nomi come Dave "Pescediavolo" Ulliot o Phil "Unabomber" Laak, ma anche Dario "Supernova" Minieri o Joe "l'Elegante" Beevers. Con gli occhi sempre nascosti da un paio di occhiali scuri (per non tradire le emozioni) hanno scelto il rischio come mestiere. Non sono rapinatori di banche e nemmeno agenti segreti: sono giocatori d’azzardo professionisti. Giocatori di poker! Puntate al buio, bluff e rilanci sono i loro strumenti di lavoro, mascherare le emozioni una necessità. Eppure anche questi grandi campioni, che in un solo torneo possono arrivare a vincere qualche milione di euro sono stati recentemente sconfitti da un computer, o meglio da un software, sviluppato nei laboratori dell’Università dell’Alberta (Canada).
SCALA REALE DIGITALE La storica partita, 4 serie da 500 mani, è stata giocata a Las Vegas in occasione del Gaming Life Expo: le prime 2 serie sono state vinte dagli umani, ma nella terza e nella quarta i campioni del full hanno avuto la peggio. Non è la prima volta che una macchina batte un umano al gioco: ne sa qualcosa Gary Kasparov, il campione di scacchi russo che nel 1997 fu sonoramente sconfitto da Deep Blue, il supercomputer di IBM. Ma tra scacchi e poker c’è una bella differenza: gli scacchisti giocano "in chiaro", ognuno ha una visione completa del gioco e può ipotizzare gli scenari successivi ad una certa mossa. Spesso vince chi è più bravo a calcolare ed analizzare. Nel poker questo non accade: i giocatori non conoscono le carte dell’avversario e possono provare a ingannarlo facendogli credere di avere una mano vincente quando in realtà non è così. Ma quindi... anche i computer bluffano? No, ma quasi.
ERRARE È... NON SOLO UMANO!
Il poker si gioca con 5 carte prese da un mazzo di 52: quante sono le combinazioni possibili? Il primo calcolo da effettuare è una permutazione: 52x51x50x49x48 = 311,875,200. Questo numero va ora diviso per una seconda permutazione: dato che si utilizzano 5 carte sarà: 1x2x3x4x5 = 120
LA MATEMATICA DEL POKER
Le possibili combinazioni di cinque carte sono quindi 311,875,200/120=2.598.960.
Il cuore di Polaris, questo il nome del programma sviluppato da Darse Billing e colleghi, è un sistema di calcolo capace di cambiare tattica a ogni mano, imparando dalle mosse precedenti. Ma soprattutto è in grado di riconoscere la strategia di gioco utilizzata dall’avversario e di contrastarla nel modo più efficace. Detta così, sembrerebbe che Polaris possa imparare dall’esperienza. "Polaris è molto bravo ad analizzare e memorizzare gli schemi di puntata di ogni giocatore e sulla base di questi adatta la propria strategia ", spiega a Focus.it Luca Pagano, giocatore professionista di poker. "In una singola mano la fortuna conta per il 70-75%, ma sulla lunga distanza vince chi è più bravo". Ma più bravo a fare cosa? "In un torneo si giocano migliaia di mani: logica e memoria sono determinanti. E chi ne ha più di un computer?" conclude Pagano, che è comunque è convinto che la fantasia di un buon giocatore possa sconfiggere le fredde capacità di calcolo della macchina.
Lo sviluppo di Polaris ha richiesto quasi 10 anni di lavoro: i ricercatori vogliono utilizzarlo per applicazioni meno frivole del poker, come il controllo di sensori di calore dislocati in un edificio, così da ottimizzare riscaldamento e condizionamento e risparmiare soldi e emissioni di CO2. Ma viste le sue capacità, può darsi che una puntatina a Las Vegas ogni tanto ci scappi...