"Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere" si diceva prima dell'avvento delle neuroscienze. Oggi potremmo tradurlo così: uomini e donne hanno cervelli diversamente connessi e meravigliosamente complementari: quello di lui ottimizzato per una efficace comunicazione all'interno di ciascun emisfero, quello di lei più forte nell'interazione tra un emisfero e l'altro.
È la conclusione di uno studio - il più ampio di questo genere - condotto su quasi mille soggetti da un'equipe guidata da Ragini Verma, neuroscienziata dell'Università della Pennsylvania a Philadelfia (USA). La ricerca confermerebbe, sorprendentemente, alcuni dei più diffusi stereotipi di genere che vedono i maschi più precisi e coordinati e le femmine campionesse di memoria e multitasking.
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Il team ha utilizzato avanzate tecniche di neuroimaging - in particolare la visualizzazione del tensore di diffusione (DTI, diffusion tensor imaging) - per analizzare la concentrazione di connessioni nel cervello di 949 volontari (428 maschi e 521 femmine) di età compresa tra gli 8 e i 22 anni.
Immaginate le connessioni neurali come intricate strade sulle quali si snoda il traffico di informazioni del cervello. Le scansioni hanno evidenziato - nelle donne - un maggior numero di connessioni tra emisfero destro e sinistro (il primo deputato maggiormente al pensiero intuitivo, il secondo alle elaborazioni logiche), e una migliore interconnessione all'interno dei medesimi emisferi negli uomini.
Una specializzazione, questa, che prende il via con l'adolescenza: fino a 13 anni infatti, le differenze tra connessioni nel cervello maschile e femminile si sono dimostrate minime, mentre si sono fatte più accentuate tra i 14 e i 17 anni.
«Ho constatato con stupore che i risultati confermano molti stereotipi che crediamo di avere sul cervello. Per esempio se volessi andare da uno chef o da un parrucchiere, sarebbero più che altro uomini» ha detto Ragini Verma. I cervelli maschili sono infatti strutturati per facilitare il coordinamento tra percezione e azione. «Mentre le donne si dimostrano più efficienti nelle azioni che richiedono il coordinamento di entrambi gli emisferi: sono più intuitive, hanno migliore memoria, sono più emotivamente coinvolte quando ascoltano qualcuno».
Solo nel cervelletto le cose sembrano andare al contrario: in questa regione, che gioca un ruolo essenziale nel controllo motorio, gli uomini dimostrano una migliore connessione tra un emisfero e l'altro. «Se per esempio voleste imparare a sciare, sarebbe il cervelletto la regione maggiormente coinvolta» spiega Verma.
Le mappe elaborate serviranno agli scienziati ad elaborare punti di riferimento per lo sviluppo delle connessioni cerebrali in base ad età e sesso, e a capire se e in che modo eventuali anomalie della connettività cerebrale influiscano su disordini cerebrali come schizofrenia e depressione.
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