Psicologia

Un fantasma al cinema per adulti: un esperimento che precorse i tempi

La storia di alcune misteriose "visioni paranormali" inscenate a scopo scientifico. E di come anticiparono alcune importanti scoperte sull'attenzione.

Il 28 maggio 1960, alle 19:40 di sera, gli spettatori di un film a luci rosse di Cambridge assistettero a un'apparizione molto particolare, mentre scorrevano i trailer prima dello show. Un uomo vestito da fantasma, con un lenzuolo bianco calato fino ai piedi, passò più volte davanti allo schermo, lasciando il pubblico in sala piuttosto indifferente.

Quasi la metà degli spettatori non notò nulla di strano, in quella comparsa; neppure l'addetto al proiettore si accorse della presenza sinistra dello spettro. Con buona pace dell'uomo sotto al lenzulo: A. D. Cornell, uno psicologo del paranormale dell'Università di Cambridge che voleva indagare, con rigoroso metodo scientifico, le reazioni dei presenti a un'improvvisa manifestazione "dall'altro mondo".

visioni scientifiche. Non era la prima volta che ci provava. Cornell, che implicitamente ammetteva la possibilità che gli spiriti dei morti si rifacessero vivi dall'oltretomba, e che conduceva le simulazioni di questi ritorni con un metodo sperimentale irreprensibile, aveva già condotto due dei suoi esperimenti in contesti diversi.

Un pascolo di fronte al King's College a Londra. Cornell lo scelse per uno dei suoi esperimenti "spiritici".

Vedi qualcosa di strano? Prima di allora era apparso, sempre avvolto nel lenzuolo, in un pascolo di mucche vicino al King's College di Cambridge: ma anche in quel caso, la sua coreografia di 4 minuti e mezzo, attentamente studiata per cogliere i passanti di sorpresa, non aveva sortito alcun effetto sugli 80 occasionali spettatori. Solo le mucche erano rimaste perplesse.

In un luogo più consono. Quindi aveva provato a "infestare" un cimitero che dava sulla strada, assistito dai suoi fedeli assistenti, pronti a intervenire in caso di episodi di isteria collettiva. Ma anche in quel caso, su 142 passanti, solo 4 avevano notato la presenza dello spettro, e nessuno aveva pensato al paranormale: una persona aveva detto di aver visto un uomo vestito da donna, e sicuramente matto; un'altra, era convinta di aver osservato "uno studente con una coperta". Altri due ammettevano di aver assistito a un tentativo di simulare una visione paranormale, tuttavia fallito - sotto al lenzuolo si intravedevano chiaramente i piedi.

Un altro luogo scelto per le misteriose apparizioni di Cornell. © Gillie Rhodes, Flickr

Obbligati a guardarlo. Ecco come Cornell era arrivato a pensare al cinema. Prima di tutto, gli serviva un contesto di attenzione focalizzata (in questo caso, verso lo schermo). Inoltre, aveva scelto un film a luci rossi per questioni "etiche": voleva così scongiurare la presenza di bambini in sala.

Ma quando lasciato il lenzuolo, Cornell prese in mano il microfono per interrogare gli astanti sulla loro esperienza, capì che il 46% degli spettatori non aveva notato il suo primo passaggio davanti allo schermo, e che il 32% non aveva visto nulla di strano per tutto il tempo.

Al loro posto, avreste notato il passaggio di un fantasma? © Old Visuals/Everett Collection/Contrasto

Studi rivoluzionari. Per Cornell, l'esperimento era fallito. Ma riletti oggi, e spogliati di ogni velleità paranormale, quegli studi pubblicati sul Journal of the Society for Psychical Research anticiparono di quarant'anni un fenomeno fondamentale nelle ricerche sull'attenzione: l'inattentional blindness (cecità da disattenzione), dimostrata ufficialmente per la prima volta da due psicologi dell'MIT, Irving Rock e Arian Mack, nel 1998.

Di che cosa si tratta? Nel video qui sotto, provate a contare quanti passaggi fanno i giocatori con la maglietta bianca (il testo continua sotto).

Notato nulla di strano? Avete visto passare il gorilla? Probabilmente no, anche se il bestione, come si vede nell'immagine qui sotto, era chiaramente visibile.

Ecco che cos'è l'inattentional blindness: l'incapacità di prestare attenzione a uno stimolo inaspettato, anche se quello stimolo si nota chiaramente. Quando ci si concentra su un compito - in questo caso, contare i passaggi di palla - si tende a non prestare attenzione ad altri input e oggetti inattesi.

Trova l'intruso. © Image courtesy of Daniel Simons and Christopher Chabris

Gorilla e fantasmi. L'esperimento del gorilla, per le sue implicazioni sull'attenzione, è stato poi ripreso in moltissime varianti: si è persino visto che i medici non prestano attenzione ai gorilla che si intrufolano nelle radiografie!

Ma gli studi di Cornell sul fantasma passato più volte inosservato, con il loro rigore scientifico pur nella comicità delle situazioni, anticiparono questo aspetto degli studi cognitivi di qualche decennio.

Il disegno sperimentale di queste ricerche, fondamentali in ambiti come quello della sicurezza stradale, delle testimonianze oculari o della pubblicità, fu immaginato per la prima volta da un uomo che credeva nelle apparizioni paranormali. Ma il valore reale dello studio passò allora completamente inosservato, proprio come quel fantasma.

31 ottobre 2016 Elisabetta Intini
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