Psicologia

Tuo figlio è un genio?

I bambini super intelligenti esistono. Geniali e precoci, dimostrano un’incredibile abilità nel fare qualcosa: musica, danza, matematica... E non sono poi così rari. Ma come si riconoscono? Ecco i test per capire se il proprio figlio è un genio. E i consigli per educarlo.

Cosa pensare se il proprio bambino parla a 7 mesi, a due anni stravede per numeri e lettere, a quattro legge o magari suona il pianoforte?

Beh, che si è di fronte a un bambino geniale. E poiché, secondo gli esperti, in questa categoria rientrano il 5-8 per cento degli studenti, le probabilità che anche il proprio figlio abbia una marcia in più non sono poi così remote.

Si tratta a tutti gli effetti di un dono - tanto che i bambini superintelligenti sono anche chiamati gifted - che spetta ai genitori e alla scuola coltivare nel modo giusto.

Come riconoscerli. Questi bambini genio - come tutti gli individui - sono persone uniche e originali, con carattere, personalità, stile cognitivo diversi l'uno dall'altro. Ma, rispetto agli altri coetanei, hanno anche qualche caratteristica che li contraddistingue e che emerge in misura maggiore o minore a seconda dell’ambiente e del contesto in cui vivono.

Tutti gli studi più recenti sulla genialità e l'intelligenza sono raccolti nel numero 59 di Focus Extra, un numero da collezione che puoi acquistare ancora in formato elettronico. |

La loro particolarità è legata soprattutto alle abilità intellettive. Sono infatti dotati di una mente agile e ricettiva, in grado di apprendere a un ritmo molto più veloce rispetto ai compagni di classe. Proprio per questo a volte i bambini plusdotati fanno fatica ad adattarsi ai tempi scolastici tradizionali perché vorrebbero avere la possibilità di approfondire le materie o dedicarsi ad altri argomenti. Dopo che hanno imparato qualcosa, infatti, hanno bisogno di avere altro da fare e non amano ripetere gli stessi concetti più e più volte.

Educazione sentimentale. Un altro fattore che li caratterizza è la “dissincronia” (non armonia) tra lo sviluppo emotivo e quello cognitivo. Mentre il primo molto spesso corrisponde all’età anagrafica o addirittura non è adeguato all’età, il secondo è molto più sviluppato. Questo può creare una situazione di grande disagio, perché il bambino è in grado di capire razionalmente alcuni fatti o situazioni che però non possono ancora essere elaborati a livello emotivo.

Asini o geni? Non sempre questi studenti sono i più bravi della classe, per svariati motivi: interessi diversi, esperienze negative. O più semplicemente potrebbero essere annoiati e demotivati perché non trovano nella scuola le risposte alla propria sete di conoscenza e ai loro ritmi di apprendimento. L'origine delle loro difficoltà potrebbe essere anche di natura caratteriale. A livello emotivo, gli studenti plusdotati hanno le stesse esigenze dei coetanei così come gli stessi problemi: ciò che varia è l’intensità della percezione delle situazioni o degli eventi della vita. In caso di difficoltà, questa ipersensibilità può portare a situazioni di chiusura, rifiuto o devianza, con conseguenti problemi anche gravi di adattamento sociale.

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Come sono realizzati i test di intelligenza per bambini. Per tutte queste ragioni la valutazione di un ragazzino precoce non può limitarsi al successo scolastico. I test presentati qui sopra e sotto, rivolti ai genitori, danno un’indicazione di massima e considerano sia la vita scolastica sia le caratteristiche caratteriali. Rispondere al test può essere utile comunque, a prescindere dall'obiettivo.

Aiuteranno a riflettere sul carattere e le capacità del proprio figlio e, in qualche caso, potrebbero aprire gli occhi sulle sue potenzialità. Se il profilo vi suggerisce la possibilità di approfondire con test professionali (vengono proposti da persone qualificate ed esperte nel settore della plusdotazione) pensateci: la plusdotazione è un dono prezioso, un'opportunità che è bene conoscere per coltivarla al meglio.

A seconda dell’età del bambino, si può scegliere di rispondere a uno o più questionari: quello relativa alla fascia di età del momento ma anche i test relativi agli anni passati: in genere i genitori hanno buona memoria su quanto riguarda la prima infanzia dei propri figli.


In collaborazione con Anna Maria Roncoroni, neuropsicologa, fondatrice e presidente dell’Aistap (Associazione Italiana per lo Sviluppo del Talento e della Plusdotazione) e corrispondente italiana dell’European Council for High Ability.

21 dicembre 2012
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