Per milioni di persone in tutto il mondo la pandemia è stata sinonimo di smart working. E smart working, a sua volta, è diventato sinonimo di video call.
Se siete tra coloro che non ne possono più di Zoom, Meet, Skype e altre piattaforme analoghe, sappiate che la scienza è dalla vostra parte e ha sdoganato ufficialmente una sindrome ribattezzata zoom fatigue, cioè stress da videoconferenza.
Occhio allo specchio. Uno studio condotto dai ricercatori dell'Università di Stanford ha infatti identificato nella cosiddetta "ansia da specchio" uno dei principali elementi responsabili della zoom fatigue. Sembra infatti che essere costretti a vedersi in call per diverse ore al giorno abbia effetti decisamente negativi sul nostro cervello.
La ricerca è stata condotta somministrando un questionario a 10.322 persone ed ha evidenziato come lo stress da videocall affligga più le donne che gli uomini: il 13,8% delle donne che hanno partecipato allo studio ha catalogato le videochiamate come molto o estremamente faticose.
Studi condotti in passato avevano già dimostrato come le donne, quando si guardano allo specchio, tendano a focalizzare lo sguardo su stesse più degli uomini. E le piattaforme di videoconferenza sembrano estremizzare questa tendenza, aumentando l'autocoscienza delle partecipanti sulla propria immagine e favorendo la nascita di pensieri negativi. Nel lungo periodo tutto questo si traduce in stress e affaticamento.
La zoom fatigue sembra inoltre colpire maggiormente le persone più giovani e ansiose.
Spegni la cam. Ma ci sono rimedi contro questo problema che in un futuro prossimo potrebbe essere sempre più diffuso, riguardando non solo le persone che lavorano, ma anche giovani e giovanissimi in età scolare?
Anche se gli studi in materia sono ancora pochi, secondo i ricercatori potrebbe essere una buona idea quella di organizzare giornate di lavoro senza videocall o fare meeting in modalità solo audio, con la telecamera spenta.
«La pandemia sta trasformando il mondo e il modo di lavorare: in futuro le forme di lavoro ibrido saranno prevalenti e occorre sfruttare al massimo il vantaggi delle videoconferenza, cercando allo stesso tempo di contenerne i costi psicologici», concludono gli esperti.