Il pensiero misura la grandezza di un uomo. Leggerlo, la potenza di un computer.
Un recente esperimento ha dimostrato che con la risonanza magnetica per immagini (fMRI) è possibile non solo capire se una persona ha intenzione di muovere un braccio o una gamba, ma anche catturare concetti più astratti come un’operazione aritmetica. In sostanza, il computer è stato in grado di dire se i volontari stavano sommando o sottraendo mentalmente due numeri, osservando la sua attività cerebrale.
La ricerca pone nuove basi nel campo delle neuroscienze, finora impegnate su un fronte leggermente diverso. Quasi tutti gli studi precedenti si erano infatti concentrati sulle relazioni esistenti tra impulso del cervello e movimenti, riuscendo ad esempio a costruire chip elettronici per i disabili (ancora in fase sperimentale), utili a comandare computer e robot a distanza, solo con il pensiero.
Ma per qualcuno è d’obbligo la cautela. È possibile – come sostiene Brad Dickerson, un medico di Harvard – che il computer non ottenga buoni risultati quando in presenza di variabili più complesse, come quando prendiamo una decisione o pianifichiamo una vacanza. Tuttavia chi ha degli scheletri nell’armadio è avvertito. Di questo passo i suoi segreti potrebbero non restare tali a lungo.