Da una ricerca inglese emerge che siamo molto meno disposti a fidarci degli altri di quanto si pensi comunemente. Un atteggiamento che in certi casi diventa quasi paranoia.
Un inglese su tre soffre di "paranoia". Quasi la stessa diffusione dell'ansia e della depressione. |
Non fidarsi è meglio
Gli psicologi hanno intervistato 1200 persone sondando la loro fiducia verso gli altri. I risultati sono stati sorprendenti: il 40 per cento degli intervistati dice di essere regolarmente preoccupato dal fatto che gli altri facciamo commenti negativi su di lui o lei; il 27 per cento pensa che le persone cerchino deliberatamente di fargli perdere la pazienza; un buon 20 per cento ha paura di essere osservato o seguito; il 10 per cento pensa che gli altri abbiano qualcosa contro di lui e il 5 per cento che qualcuno cospiri alle sue spalle per danneggiarlo.
Una società che fa paura
Un atteggiamento “paranoico” strano per gli stessi ricercatori, i quali sospettano che sia il sintomo di un disagio tipico della nostra società (insieme alla depressione e all’ansia), amplificato dai media - che spesso giocano sulla paura - e dal fatto che di certi timori non si parla mai con gli altri. La paranoia, una volta era collegata esclusivamente alla malattia mentale e per questo motivo si tende a essere molto riservati nel rivelare i propri sospetti e turbamenti verso gli altri.
Mal comune…
Secondo gli esperti invece è importante confidarsi con persone di fiducia, amici e parenti e, come dimostra questo studio, tenere sempre presente che i pensieri “paranoici” sono comuni a molte persone, più di quanto si pensa. E poi, consigliano ancora gli psicologi, mai rimuginare sugli avvenimenti e sui discorsi e cercare di evitare che certi pensieri “terroristici” paralizzino le nostre azioni. In altre parole mai farsi sopraffare dalla paura.
(Notizia aggiornata al 4 luglio 2006)