Con l'inizio dell'anno scolastico compare, in un numero rilevante di bambini, una variegata serie di malesseri, spesso considerati come scuse che il piccolo cerca per restare a casa. Primi in "classifica" sono i mali di testa e di pancia, ma non mancano insonnia e asma. In molti casi non c'è una causa organica, tant'è che i sintomi scompaiono non appena il bimbo è sicuro che non andrà a scuola. Ciò non significa - avvertono gli specialisti - che siano "malattie immaginarie": questi distirbi denunciano invece un malessere psicologico che può originare da una difficoltà di relazione con gli adulti, dall'ansia di separazione dai genitori o anche dalla paura dell'insuccesso scolastico (che può addirittura sfociare in pensieri quali "se non sono bravo a scuola, i miei genitori non mi vorranno più bene"). Come rileva Rita Cerutti, del Dipartimento di psicologia dinamica e clinica dell'Università La Sapienza di Roma, la scuola rappresenta una delle prime occasioni di confronto con adulti diversi dai genitori e con i coetanei e può, in effetti, essere vissuta con angoscia. Ma è necessario indagare tutti gli aspetti della vita psichica del piccolo, comprese situazioni contingenti e dinamiche familiari, per individuare le radici della somatizzazione e agire con interventi mirati, farmacologici e psicologici. Anche se questi ultimi sono, ancora oggi, accettati con difficoltà dai genitori.