Psicologia

Le sfuriate dei capi fanno bene al lavoro

Urlare il proprio disappunto a colleghi e sottoposti per un lavoro malfatto non è sempre sbagliato, a patto di seguire alcune regole. Ecco cosa dice la scienza.

Alzare la voce e usare toni duri con i propri collaboratori o sottoposti è una buona strategia di leadership o no? Se lo è domandato Michael Schrage, un ricercatore del MIT, in un recente articolo pubblicato sull’Harvard Business Review.

Gli esempi di personaggi celebri, noti per le loro capacità professionali ma anche per la poca comprensione e tolleranza nei confronti dei collaboratori, sono molti: da Steve Jobs a Bill Gates nel mondo dell’imprenditoria, a Sir Alex Ferguson, Fabio Capello e Josè Mourinho nello sport fino ad Arturo Toscanini o Stanley Kubrick nella musica e nel cinema.

Urla, che aspetti? Certamente questi esempi non sono sufficienti per sostenere che le intemperanze caratteriali trasformino le persone in leader, ma anche il concetto che alzare la voce con chi sbaglia sia una dimostrazione di debolezza manageriale va sfatato. E l’evidenza empirica sembra dimostrarlo.

In alcuni ambiti le urla di un capo insoddisfatto fanno parte del contesto e sarebbe strano non sentirle. Questa tesi è sostenuta da Robert Sutton, docente di Stanford e autore di un libro cult del management The No Asshole Rule: «Dipende tutto dall’ambiente, dal contesto culturale e dalla storia del rapporto: in alcune situazioni l’urlata non è considerata un insulto o un’offesa personale ma una componente della leadership».

Esatto, avete capito bene: alzare la voce, quando trasmette forza e passione per il lavoro che si sta facendo tutti insieme, può contribuire a motivare le persone. Non a caso nelle organizzazioni di successo, quelle che trasmettono energia e coinvolgimento a chi ci lavora, le conversazioni non sono mai bisbigliate, e il dissenso viene espresso con toni piuttosto forti e coloriti.

Litiga bene, litiga sano. Le ricerche lo confermano: uno studio condotto nel 2012 dallo A. K. Rice Institute for the Study of Social Systems di Washington, evidenzia come i manager passino il 25% del loro tempo a risolvere conflitti tra le persone. Non alzare mai la voce contribuisce a nascondere i problemi sotto al tappeto e favorire pratiche pericolose come la risoluzione delle controversie per email, un sistema perfetto per diffondere malcontento e minare i rapporti tra le persone.
Litigare insomma, può servire a migliorare l’ambiente di lavoro. A patto di seguire alcune regole.

Le 4 regole del "cazziatone" perfetto

1. Non troppo spesso: arrabbiarsi sul lavoro non deve diventare la normalità

2. Evidenziare come il problema influisca negativamente sull’azienda e sui colleghi piuttosto che sulle proprie attività

3. Usare frasi corte, al massimo di 12 parole che inizino con “Io”, che descrivano le proprie emozioni e sottolineino il problema (Per esempio “Io capisco ciò che stai dicendo, ma non sono d’accordo)

4. Non umiliare le persone e rimanere sul piano dei fatti.



A proposito di lavoro ti potrebbero interessare

Gli acrobati del lavoro
VAI ALLA GALLERY (N foto)

Ingegneri del popolo: il meglio del fai-da-te cinese
VAI ALLA GALLERY (N foto)

Metti un pizzico di design nel tuo curriculum
VAI ALLA GALLERY (N foto)

18 novembre 2013 Rebecca Mantovani
Ora in Edicola
Scopri il mondo Focus. Ogni mese in edicola potrai scegliere la rivista che più di appassiona. Focus il magazine di divulgazione scientifica più letto in Italia, Focus Storia per conoscere la storia in modo nuovo ed avvincente e Focus Domande & Risposte per chi ama l'intrattenimento curioso e intelligente.

La smisurata ambizione di Napoleone trasformò l’Europa in un enorme campo di battaglia e fece tremare tutte le monarchie dell’epoca. Per molti era un idolo, per altri un tiranno sanguinario. E oggi la sua figura continua a essere oggetto di dibattito fra storici e intellettuali. E ancora: tra lasciti stravaganti e vendette "postume", i testamenti di alcuni grandi personaggi del passato che fecero litigare gli eredi; le bizzarre toilette con cui l’aristocrazia francese del Settecento si "faceva bella" agli occhi del mondo; nelle scuole residenziali indiane, i collegi-lager dove venivano rinchiusi i bambini nativi americani, per convertirli e "civilizzarli"; Dio, patria e famiglia nelle cartoline natalizie della Grande guerra.

ABBONATI A 29,90€

Il corpo va tenuto in forma, ma le sue esigenze cambiano nel corso della vita. Quale sport è meglio fare con gli anni che passano? E quali sono le regole di alimentazione per uno sportivo? E ancora: il primo modello numerico completo che permette di simulare il nostro cuore; perché i velivoli senza pilota stanno assumendo un ruolo fondamentale in guerra; l’impatto che l'Intelligenza artificiale avrà sull’economia e sulla società; tutto quello che si ottiene avendo pazienza.

ABBONATI A 31,90€
Follow us