Si dice che il modo migliore per fare sapere a tutti un nostro segreto sia dire alla persona prescelta: «Mi raccomando, non dirlo a nessuno!». A tutti, infatti, capita di ricevere delle confidenze da amici o parenti. E a tutti (o quasi) è però capitato di raccontarle ad altri, nonostante non andrebbe fatto.
Allora, perché confidiamo un segreto altrui? E in quali casi succede? Esistono delle persone meno affidabili a cui rivelare informazioni? Sono le domande che si sono posti alcuni psicologi esperti in comportamento dell'Università dell'Arizona (Usa). E la conclusione non è stata affatto scontata.
Gli studiosi hanno esaminato i risultati di nove ricerche nelle quali veniva chiesto ai partecipanti quanto spesso avessero deciso di rivelare un segreto di qualcuno e anche quali fossero le motivazioni dietro quelle decisioni. Prendendo in considerazione un'ampia varietà di segreti, dall'essere infelici sul lavoro all'infedeltà sessuale, dall'essere in stato di gravidanza a volere chiedere un divorzio, i partecipanti hanno ammesso di aver rivelato i fatti altrui in media il 30% delle volte. E nel caso di confidenze fatte direttamente da parenti o amici intimi, leggermente di meno: il 26% delle volte. In pratica, un segreto su quattro viene quindi rivelato.
Come mantenere un segreto. Secondo il team di ricercatori, la motivazione dipenderebbe dall'integrità della persona che rivela il segreto da conservare. Ovvero, se chi ha qualcosa da nascondere è una persona egoista oppure che non segue troppo i principi morali, siamo molto più propensi a divulgare i suoi segreti rispetto a quanto accadrebbe con una persona piacevole, generosa e leale che rispettiamo e stimiamo. Ecco, dunque, quando si riesce a mantenere un segreto: dipende soprattutto da chi ce lo dice.
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