Nelle serie televisive sembra tutto facile: una flebile impronta di labbra su un bicchiere, il reperto inviato al laboratorio e in un attimo arriva il responso degli esperti su tipo e marca di rossetto.
Non-fiction. Nella realtà, pare che le tracce di rossetto sulla scena del crimine (non le più frequenti, c'è da dire) siano molto più complesse da analizzare, e che ci sia bisogno di attrezzature e macchinari costosi disponibili in pochi laboratori. Un gruppo di ricercatori della Western Illinois University, negli Stati Uniti, ha pensato di porre rimedio all’inconveniente. Al convegno della American Chemical Society, che si è tenuto di recente a San Diego, in California, ha presentato un metodo che promette di identificare in economia e con poco sforzo eventuali impronte del make-up incriminato.
Analisi di trucchi. A conferire consistenza, colore, grado di brillantezza tipico a ciascun rosssetto è una combinazione di oli, cere e conservanti, oltre che di piccolissime quantità di metalli. Ognuno ha due o tre ingredienti che lo differenziano in modo specifico dagli altri, e che però vanno isolati da tutti gli altri ingredienti per essere riconosciuti. Per farlo, i ricercatori hanno pensato a un metodo in due fasi: alla traccia di rossetto viene prima aggiunto un solvente organico che rimuove gli oli e la cere, e poi un altro composto che estrae il residuo rimanente. Che a questo punto può essere analizzato con la tecnica della gas cromatografia, che analizza i diversi componenti di una miscela trasformandoli in vapore.
A ciascuno la sua firma. Dal rossetto emerge così la sua "firma chimica" esclusiva. Confrontandola con quella delle marche in commercio, si può risalire abbastanza facilmente a quella del trucco in questione. Anche se non si tratta di una prova decisiva, il fatto di poter ottenere facilmente questa informazione potrebbe rappresentare una notevole semplificazione della vita degli investigatori.
Il killer del rossetto. Non sarebbe stata probabilmente di alcun aiuto nel caso del killer (poi reo confesso) che tra il 1945 e il '46 uccise almeno tre donne a Chicago, e lasciò sul muro della casa di una di loro una scritta tracciata col rossetto: "Per l’amor del cielo prendetemi prima che uccida ancora. Non posso controllarmi”. Il rossetto, in quel caso, apparteneva alla vittima.