Se vi chiedessero così, a bruciapelo, chi è più svelto e abile nel riconoscere il pianto del proprio bebè, puntereste sulle madri o sui padri? Molti di noi sceglierebbero le prime, ma a torto: una nuova ricerca sostiene che i papà - almeno quelli umani - sono bravi quanto le madri a distinguere i vagiti dei figli, a patto che trascorrano insieme ai piccoli altrettando tempo. Lo studio dell'Università di Saint-Etienne (Francia) è stato pubblicato su Nature Communications.
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I ricercatori hanno coinvolto 29 bebè, tutti di età inferiore ai 6 mesi, provenienti dalla Francia e dalla Repubblica Democratica del Congo, insieme ai rispettivi genitori. Il pianto dei bambini durante il bagnetto è stato registrato e sottoposto ai padri: ciascuno ha dovuto ascoltare una sequenza di 30 vagiti (24 di 8 altri neonati e 6 del proprio) e anche se ai ricercatori i pianti sembravano tutti uguali, i neopapà hanno identificato correttamente in media 5,4 su 6 dei pianti dei loro figli, commettendo 4,1 errori.
Quindi gli scienziati hanno verificato quanto tempo i genitori trascorressero con il figlio. Dei 14 padri che passavano in media 4 ore al giorno con i piccoli, 13 hanno azzeccato il pianto del proprio nel 98% dei casi (la stessa percentuale totalizzata dalle 29 madri, ognuna delle quali trascorreva un equivalente periodo di tempo con il figlio). I 13 papà meno presenti sono stati invece capaci di riconoscere i vagiti soltanto nel 75% dei casi.
Lo studio evidenzia che l'attitudine a fare i genitori non è una dote innata quanto, piuttosto, un'abilità che si affina con l'esperienza, e che mette padri e madri sullo stesso piano. La vera asimmetria tra partner è stata invece riscontrata nel tempo passato con i figli: mentre la totalità delle madri studiate ci trascorreva almeno 4 ore al giorno, solo la metà degli uomini ha totalizzato un equivalente ammontare di tempo insieme ai neonati.
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