Psicologia

Quanto è affidabile la memoria fotografica?

È davvero possibile fermare i ricordi come se fossero i dettagli di una Polaroid? Ci sono persone capaci di una così vivida capacità di osservazione e, poi, di rievocazione?

Vi sarà forse capitato di parlare con qualcuno che sostiene di avere una prodigiosa memoria fotografica, e di ricordare ogni singolo particolare di una situazione avvenuta diversi anni fa. Ma quanto è affidabile questa affermazione?

Non molto, dal punto di vista scientifico. Benché il concetto di memoria fotografica sia molto popolare - l'87% delle persone intervistate in merito sostiene che esista - solo un terzo degli scienziati e degli esperti di memoria pensa che abbia un qualche fondamento. Per quanto un'esperienza ci possa aver segnato, infatti, i dettagli dell'accaduto sono soggetti a distorsioni (esagerazioni, riduzioni, aggiunte e manipolazioni) legati al ricordo emotivo che abbiamo di quell'evento.

Erosi dal tempo. Gli studi lo confermano: uno di questi ha analizzato il racconto che alcuni studenti riportarono all'indomani dell'attentato alle Torri Gemelle (con domande come, "dov'eri ieri, quando hai appreso la notizia?"), nonché il resoconto che le stesse persone facevano di un evento autobiografico recente.

I volontari hanno dovuto raccontare di nuovo gli stessi avvenimenti dopo una, 6 e 32 settimane. Mentre i ricordi dell'evento autobiografico sono stati giudicati dai diretti interessati sempre meno precisi e vividi, quelli dell'11 settembre sono parsi invece fedelmente incisi nella memoria. Tuttavia, entrambi i resoconti, compreso quello della tragedia, avevano perso oggettivamente precisione e particolari, nel corso del tempo.

Logorio. Anche chi sosteneva di avere un perfetto "ricordo fotografico" del giorno degli attentati, quindi, era soggetto a distorsioni degli eventi, che aumentavano mano a mano che si rievocava quella traccia (oltretutto gli eventi che ci hanno segnato si raccontano più spesso, e sono quindi più soggetti a rielaborazioni).

I casi limite. Secondo gli esperti, anche le persone che sembrano capaci di afferrare con un singolo sguardo un altissimo numero di particolari in una situazione - con una capacità di osservazione alla Sherlock Holmes - in realtà non ci riescono per una prodigiosa memoria fotografica, ma grazie a collaudate tecniche di memorizzazione.

Fanno forse eccezione le persone con sindrome ipermnestica, incapaci di dimenticare anche a distanza di anni (ne abbiamo scritto qui). Ma anche nel loro caso, l'unica memoria anomala sembra essere quella autobiografica: vanno forte, cioè, quando l'esperienza riguarda vicende personali, e le loro doti si intrecciano con tratti ossessivi e capacità al limite della sinestesia.

16 febbraio 2017 Elisabetta Intini
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