Quando rispondiamo d'impulso non siamo quasi mai sinceri: se ci vengono fatte delle particolari domande a bruciapelo, e non abbiamo tempo di riflettere, spunta quasi sempre fuori il conformista che è in noi. Risultato? Più che dare risposte oneste, diciamo agli altri quello che vogliono sentirsi dire.
Pensaci un po' su. Lo ha dimostrato un esperimento dell'Università della California a Santa Barbara. Ad alcuni volontari è stato chiesto di dare una risposta semplice, sì o no, a una serie di affermazioni riguardo il proprio carattere (per esempio ascolto sempre con attenzione gli altri), entro un massimo di undici secondi oppure prendendosi tutto il tempo necesario per pensarci su.
Sotto pressione. Dopo aver esaminato anche il carattere e la tendenza dei partecipanti a essere accomodanti con il prossimo, il coordinatore dello studio, il neuroscienziato John Protzko, è arrivato alla conclusione che quando siamo sotto pressione tendiamo a dire ciò che è socialmente accettabile e desiderabile, ma che non è per forza la verità.
Troppa fretta. Spiega il neuroscienziato: «Abbiamo la convinzione che l'uomo abbia una mente divisa in due parti, una intuitiva e animale, e l'altra razionale, che deve tenere sempre sotto controllo la prima: un'idea diffusa è che, rispondendo velocemente e senza pensare, si possa accedere alla parte non mediata del raziocinio, più istintiva e sincera. Invece, con la fretta, prevale il desiderio di sembrare virtuosi, anche a costo di dire bugie».