Psicologia

Perché leggiamo prima le brutte notizie e (solo) dopo anche quelle buone?

Siamo naturalmente più attratti da fatti di cronaca negativi come calamità naturali, crimini o incidenti. Ma dimenticare le brutte notizie è difficile.

Quando leggiamo le notizie sul giornale o sul web, siamo poco attratti da quelle buone. Al contrario, siamo naturalmente propensi a leggere le brutte notizie, tipo quelle di calamità naturali, di crimini oppure di incidenti. E poi, siamo anche più propensi a condividerli con gli altri.

Lo ha dimostrato uno studio condotto alla canadese McGill University, in cui i ricercatori hanno utilizzato la tecnologia di tracciamento oculare per studiare a quali articoli le persone erano più sensibili. Questa attenzione selettiva è emersa in tutti i volontari coinvolti dai ricercatori che hanno esaminato le scelte di lettori di ben 17 differenti Paesi, posti in tutti i continenti. 

Pregiudizio negativo. Ma non basta: ciò che leggiamo e vediamo in tv, a sua volta, può accrescere il nostro pregiudizio negativo. Per esempio, molti temono il terrorismo anche se «il numero di persone uccise da gruppi armati di questo tipo negli ultimi 20 anni negli Stati Uniti è inferiore al numero di americani morti nello stesso periodo nelle loro vasche da bagno», esemplificano gli psicologi sociali John Tierney e Roy Baumeister.

Del resto, concentrarsi prima sui problemi che sulle buone notizie ha molti vantaggi, come evitare ulteriori perdite, per esempio. Ma secondo Baumeister, occorrono almeno quattro notizie positive per farcene dimenticare una sola negativa.

22 giugno 2023 Raffaella Procenzano
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