Psicologia

Phubbing ovvero l'abitudine controllare lo smartphone mentre gli altri ci parlano: perché lo facciamo tutti?

Da cosa dipende la diffusa abitudine di snobbare gli altri per controllare il cellulare? Quello che c'è da sapere sul phubbing (e su come si evita).

Potreste non sapere esattamente che cos'è il phubbing ma esserne stati spesso vittime (o artefici): l'espressione che deriva dall'inglese phone "telefono" e snubbing "snobbare" indica infatti l'abitudine di ignorare le persone che ci circondano per concentrarci sul cellulare, un'esperienza assai comune da vivere a vario titolo. A che cosa è dovuto questo irrefrenabile impulso? Esiste un modo per tenerlo a bada?

Vicini ma distanti. Il crudele paradosso del phubbing è che uno strumento che dovrebbe servire a connetterci con persone distanti, come lo smartphone, si trasforma in una forma di evasione dalle relazioni più strette e vicine, che dovremmo invece vivere nel presente. E in effetti gli effetti deleteri del phubbing sulle relazioni romantiche o sui bisogni disattesi dei bambini perché i genitori stanno troppo spesso al cellulare sono stati approfonditi in diversi studi.

È più forte di me. All'origine del phubbing sembra esserci, specialmente nei più giovani, un disturbo dell'autocontrollo, una sorta di tendenza compulsiva a guardare il cellulare.

Uno studio condotto nel 2019 da un team della Aarhus University (Danimarca) ha accertato che questa abitudine è socialmente accettata benché la si riconosca come molto spiacevole e irrispettosa. Gli autori della ricerca parlano di acrasia digitale, dove acrasia (un termine che trae origine dalla filosofia antica) indica l'incapacità di agire secondo principi ragionevoli.

Ci sono anch'io! Un'altra spinta al phubbing potrebbe venire dalla paura di essere tagliati fuori dalle notizie, dai rapporti sociali o dal circuito delle informazioni (si parla di FoMO, dall'espressione inglese "fear of missing out") o ancora dalla dipendenza da Internet aspetti comunque molto legati tra loro e allo scarso autocontrollo.

Altri studi hanno associato il phubbing alla presenza di ansia sociale o depressione, mentre alcune ricerche lo collegano a certi tratti di personalità: neuroticismo (una sorta di instabilità emotiva) e apertura all'esperienza sono più facilmente legati all'abitudine di ignorare il mondo per dedicarsi al cellulare. Altri lavori ancora hanno stabilito che è più incline al phubbing chi a sua volta lo subisce, chi lo ritiene tutto sommato accettabile o chi si sente più spesso in una condizione di noia.

Cellulare? Meglio una rivista... Fare phubbing è inoltre sintomo di una scarsa intelligenza sociale, ossia la capacità di relazionarsi con gli altri in maniera costruttiva e di comprenderne la situazione. Il problema non è solo estraniarsi e snobbare l'interlocutore, ma anche il motivo per cui lo si fa.

Uno studio del 2021 ha trovato che l'effetto sgradevole è meno pronunciato se si viene ignorati a favore, poniamo, di un libro o di una rivista, perché si percepisce la lettura come un passatempo più costruttivo rispetto allo scrolling del cellulare. Se il partner non ci ascolta perché sta leggendo Focus, lo riteniamo un po' meno offensivo di quando ci snobba per traccheggiare su Instagram.

Un passo per volta. La buona notizia è che l'intelligenza sociale si può imparare, attraverso l'esperienza, l'ascolto attivo o una riflessione sugli errori compiuti o osservati negli altri.

Aumentando la capacità di stare con gli altri in modo positivo ed empatizzare con le loro emozioni dovrebbe diminuire anche la spinta a distrarsi, cercando rifugio altrove, in relazioni e mondi fittizi.

4 marzo 2023 Elisabetta Intini
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