I consigli su come tirar su un bambino che sia (anche) grintoso si sprecano, ma crescere un figlio che davanti a una difficoltà non si arrenda facilmente potrebbe essere più semplice (o complicato) del previsto: basta essere perseveranti per primi, e fargli vedere come si fa.
Secondo uno studio del Massachusetts Institute of Technology, persino i bambini di un anno possono imparare l'arte e la virtù della costanza osservando un adulto che agisce di conseguenza, e mettere poi in pratica l'esempio con compiti diversi, non collegati.
Un problema per ogni età. Passate ricerche si sono concentrate sugli effetti del supporto e delle parole di incoraggiamento sui bambini impegnati in una sfida; questa, pubblicata su Science, ha voluto studiare come i piccoli reagiscano alla scena di un adulto alle prese con le proprie (e non le loro) difficoltà.
Guarda che fatica! Tre ricercatrici, Julia Leonard, Yuna Lee e Laura Schulz, hanno coinvolto 103 bambini dai 13 ai 18 mesi di età portati dai genitori al MIT PlayLab del Boston Children's Museum. Davanti ai piccoli, Leonard ha provato a recuperare un gioco da una scatola ed estrarre un paio di chiavi da un moschettone, raccontando di volta in volta i suoi tentativi.
Un gruppetto l'ha potuta osservare mentre riusciva immediatamente in entrambi i compiti per tre volte in 30 secondi. Altri invece hanno visto la ricercatrice che cercava in tutti i modi di portare a termine i compiti, riuscendoci per il rotto della cuffia allo scadere del tempo.
Lezione acquisita. A questo punto i bambini sono stati invitati a giocare con un gioco sonoro, decorato con un grande (e inutile) pulsante rosso. Quelli che avevano visto la donna lottare a lungo per riuscire nell'intento, hanno schiacciato il bottone più spesso (anche se non ottenevano alcun risultato): avevano appreso che il duro lavoro alla fine paga. In un esercizio di perseveranza per le stesse scienziate, l'esperimento è stato ripetuto con gli stessi risultati su altri 120 bambini.
Vale per tutto. Il fatto più importante è che i piccoli hanno imparato un tipo di mentalità generalizzabile anche a compiti diversi da quelli eseguiti dall'adulto: non si tratta, cioè, di semplice imitazione per raggiungere quell'obiettivo specifico.
Altro dato rilevante è che la lezione appresa è stata più netta quando la ricercatrice ha narrato per filo e per segno i suoi tentativi (riusciti o falliti); quando ha eseguito il compito senza parlare, ha ottenuto risultati più deboli.
Anche se la grinta è un tratto comportamentale che si apprende col tempo e l'esperienza, pochi studi si erano finora concentrati sulla base di questo atteggiamento, in cui l'esempio conta più di quanto si pensasse.