Quando sentite le percussioni ritmiche e "pompate" di un brano hip hop non riuscite a stare fermi? È del tutto normale: è proprio il giusto equilibrio tra prevedibilità e complessità del ritmo a suscitare in noi la voglia di ballare. Almeno secondo quanto sostiene una ricerca congiunta delle Università di Oxford (Inghilterra) e Aarhus (Danimarca).
Una questione di "groove"
Molte persone non riescono a evitare di ballare sulle note di un pezzo dal ritmo sostenuto e prevedibile (come un brano di musica elettronica, una canzone funky o hip hop), mentre rimangono più "tiepide" quando sentono musica dal ritmo più sincopato e imprevedibile (come un'improvvisazione jazz).
Per indagare come il ritmo di un brano musicale si leghi al suo gradimento e al desiderio di ballare, i ricercatori hanno fatto ascoltare a 60 soggetti una serie di percussioni con ritmi più o meno regolari, chiedendo ai partecipanti quali preferissero e quali suscitassero in loro la voglia di gettarsi in pista.
In medio stat virtus
È emerso che sono i ritmi mediamente sincopati (in cui vengono evidenziati cioè, sia gli accenti in battere che quelli in levare, in un continuo e piacevole alternarsi di tensione) a far venire più voglia di ballare. In altre parole, perché una canzone ci faccia alzare dalla sedia, occorre che abbia un ritmo travolgente ma ripetitivo, e non ogni volta nuovo e spiazzante - come accade, al contrario, in alcuni brani improvvisati. In questo modo il cervello riesce a "prevedere" ogni volta come si evolverà il brano e vede soddisfatte le proprie aspettative.
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