Lacrime di dolore, di paura, di rabbia o commozione. A volte anche di gioia. Piangere, dicono gli studi, fa bene: è uno sfogo che scarica tensione: l'importante è che non duri troppo. Anche in questo caso, è evidente una differenza comportamentale tra uomini e donne: gli uomini piangono decisamente di meno. Secondo uno studio dell'Università di Pittsburgh, in media cinque volte meno.
Piangi che ti passa. Perché? Le motivazioni per cui i maschi sono poco inclini a commuoversi sono scientifiche e culturali. Dal punto di vista biologico, l'ormone testosterone, tipico degli individui di sesso maschile, può inibire il pianto, mentre la prolattina, presente in livelli più alti nelle donne, può al contrario facilitarlo.
Gli uomini ricchi piangono di più. Inoltre, è piuttosto evidente che a limitare i maschi dall'esprimere emozioni è il contesto sociale nel quale le lacrime sono considerate poco virili: in molte culture il pianto maschile è considerato un forte segno di debolezza. Eppure, questo tabù era assente in epoche storiche passate: nell'antichità, per esempio, il pianto maschile era considerato un sintomo di nobiltà d'animo, tanto che eroi, guerrieri e personaggi illustri si commuovevano spesso senza vergognarsi.
Differenze sessuali a parte, analizzando i dati di 37 Paesi del mondo, una ricerca pubblicata sulla rivista Cross Cultural Research ha rivelato che, malgrado il grado di benessere economico, si piange molto di più nelle nazioni ricche. E altri studi provano che, prima dell'adolescenza, bambini e bambine piangono in egual misura fin da piccolissimi.