Perchè il 10% della popolazione mondiale è mancina? Gli scienziati se lo domandano da anni: scoprirlo permetterebbe di comprendere molti aspetti della fisiologia cerebrale oggi sconosciuti e aprirebbe le porte alla cura di gravi patologie. (Focus.it, 21 marzo 2011)
Preferite la destra o la sinistra? Non stiamo parlando di politca ma di... mani (e anche di piedi). Il mancinismo, cioè la tendenza a utilizzare in tutto o in parte il lato sinistro del corpo, riguarda più del 10% della popolazione mondiale. Eppure di questa particolare condizione, che riflette la struttura e il funzionamento del cervello, si sa ancora molto poco.
Accusati in passato di essere in rapporto con il diavolo e predisposti ai peggiori crimini, i mancini sono sempre stato guardati con un certo sospetto dalla maggioranza destra. E fino a non molti anni fa la scuola imponeva a bambini mancini una sorta di riabilitazione forzata, obbligandoli a scrivere e mangiare con la loro mano più debole. Ora la situazione sociale dei mancini è molto migliorata (http://web.tiscalinet.it/thelefthand/Atleti.htm) ma le origini di questa condizione restano avvolte nel mistero.
Tutta questione di cervello
Il mancinismo è legato all’asimmetria del cervello: la distribuzione delle funzioni tra emisfero destro e sinistro è fondamentale per lo sviluppo del linguaggio, della memoria a lungo termine e della creatività.
Nei destri tutto ciò che è legato al linguaggio ha sede nell’emisfero sinistro mentre nella maggioranza dei mancini queste funzioni sono distribuite in entrambi gli emisferi, prevalentemente nella parte destra.
Si sa inoltre che il mancinismo è ereditario: nel 2007 un gruppo di ricercatori di Oxoford, nel corso di uno studio sulla dislessia, ha scoperto che il gene LRRTM1 ha un ruolo nello sviluppo del mancinismo.
Clyde Francks del Max Planck Institute for Psycholinguistic ha evidenziato come questo gene sia correlato anche con lo sviluppo della schizofrenia. Ma ciò non significa che i mancini sono malati psichiatrici: «I geni influiscono sulle modalità di comunicazione tra neuroni» spiega Francks, «ma la correlazione tra queste due condizioni è ancora tutta da approfondire».
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Simmetrie asimmetriche
Daniel Geschwind
Ominidi mancini