Ci sono persone che presentano un sintomo comunemente chiamato “attrazione per il vuoto”. Questo sintomo può essere considerato una forma di attrazione/repulsione per qualche cosa che fa paura, in questo caso il vuoto o l’altezza. I terapeuti fanno rientrare questi sintomi nel grande capitolo del disturbo di panico e dell’ansia di separazione: il paziente ha paura di perdere il controllo di sé al punto da potersi lanciare nel vuoto, così come può aver paura di lanciarsi con la macchina da un viadotto o contro il guard-rail.
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Paura di cadere
Le vertigini di origine neurologica o vestibolare non hanno grandi legami con l’attrazione del vuoto: chi soffre di questo tipo di vertigini semplicemente evita di esporsi al vuoto per paura di cadere. Quando le vertigini sono sintomo d’ansia, invece, condividono con l’attrazione per il vuoto una base comune: la paura di perdere il controllo. Non avere equilibrio costituisce un elemento di debolezza, un segnale di mancanza di stabilità del corpo che viene associato a una mancanza di stabilità della mente, una sorta di segnale d’allarme che il corpo lancia alla psiche. Ritorna anche qui il discorso dell’attrazione/repulsione per qualche cosa che fa paura. Si pensi al fatto che la maggior parte dei giochi infantili si basa sul piacere di essere lanciati nel vuoto e di ricadere (tra braccia “sicure”), che i parchi di divertimento per adulti trovano le loro maggiori attrazioni nei giochi in cui ci si lancia nel vuoto, che diversi sport estremi hanno come base il volo o il lancio nel vuoto. In tutte queste situazioni il piacere è inscindibilmente legato al pericolo che il volo e il vuoto evocano, all’abbandonarsi alla sensazione, piacevole, di perdere per un attimo il controllo. Nell’ansia, al contrario, ogni piacere è tolto, rimane solo la paura, il vuoto diventa un buco nero nel quale si può precipitare se non si controlla rigidamente il proprio corpo e la propria mente. La vertigine di origine ansiosa rappresenta in parte un residuo del piacere legato alla perdita di controllo, contro la quale chi ne soffre combatte strenuamente.
Ecco cosa non farebbe mai chi ne soffre:
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