Alzi la mano chi non ha mai provato un pizzico di disagio in metro all'ora di punta. Questione di folla... ma fino a un certo punto. Il professor Gary Evans della Cornell University ha seguito 139 pendolari newyorkesi, per capire cosa realmente li disturbasse di un vagone pieno come un uovo. L'analisi è stata effettuata tenendo conto di tre parametri: l'umore, la concentrazione e il livello di stress (misurato attraverso il cortisolo salivare). Ebbene la scoperta è che a far variare questi tre fattori non è l'affollamento in sé, con la ridotta disponibilità di posti che comporta, ma l'invasione da parte degli altri. In pratica, secondo Evans il nemico pubblico di un viaggiatore non è il numero di passeggeri presenti su un treno o aereo, ma... il suo vicino di posto. E se sono due ancora peggio: per questo lo psicologo si è spinto a suggerire a chi progetta mezzi di trasporto di evitare come la peste le famigerate file a "tre", dove chi sta in mezzo percepisce non una, ma due invasioni di campo.