Se piantando un chiodo vi siete tirati la classica martellata sul dito, imprecate pure ad alta voce e date sfogo a tutta la vostra sofferenza: dire parolacce sembra infatti avere un effetto analgesico e lenitivo sul dolore. Lo affermano gli psicologi dell’Università inglese di Keele in un articolo pubblicato sull’ultimo numero di NeuroReport.
@#*§!&... Che freddo! Richard Stephens e i suoi colleghi hanno chiesto a 64 studenti del loro ateneo di immergere una mano nell’acqua gelata e tenerla a bagno il più a lungo possibile ripetendo una parolaccia a loro scelta. Hanno poi ripetuto l’esperimento invitando i volontari a non pronunciare più improperi ma a descrivere un tavolo con parole "educate". Dal test è emerso che insulti e volgarità varie hanno aiutato le cavie umane a tenere la mano al freddo per un periodo più lungo rispetto ai termini "normali". Esiste dunque un nesso causa-effetto tra il dolore fisico e le parolacce? Sembrerebbe proprio di sì, anche se i ricercatori non ne hanno ancora capito i meccanismi di funzionamento.
Meglio un vaffa o l'aspirina? Secondo Stephens l’effetto analgesico delle parolacce deriverebbe dall’aumento dei livelli di aggressività scatenati dalle imprecazioni. Arrabbiarsi aumenta la frequenza cardiaca, stimola la produzione di adrenalina e innalza la soglia di sopportazione del dolore. Lasciarsi andare a espressioni un po’ troppo colorite sembra quindi essere una risposta fisica e non solo emotiva data del nostro organismo quando si trova in difficoltà. Secondo gli esperti le imprecazioni nascono nell’emisfero destro del cervello, quello legato all’emotività, mentre linguaggio e parola attivano l’emisfero sinistro.