Psicologia

Papà sì, casalinghi meno

La coppia italiana è ancora lontana dalla divisione dei compiti al 50%, soprattutto nella cura della casa. Va meglio, invece, nella cura dei figli. È il risultato del sondaggio di Focus.it sulla famiglia. Al quale potete sempre partecipare. Magari per rivoluzionarlo.

La ricerca continua

La nostra ricerca sulla vita di coppia continua: il sondaggio Lui e lei: chi fa i lavori di casa? resta attivo. Scopriremo insieme, periodicamente, dove va a finire la fatica quotidiana che lui&lei si dividono.

I papà che accudiscono i figli, soprattutto nei primi anni di vita, esistono davvero e sono sempre più numerosi. I partner che si dividono equamente le faccende domestiche non ancora. Ma qualcosa si muove: ci sono delle sorprese.

È questo in sintesi il risultato della ricerca di Focus.it per la quale abbiamo lanciato due mesi fa il sondaggio Lui e lei: chi fa i lavori di casa?. Hanno partecipato più di 1400 lettori che vivono in coppia, con o senza figli. Il 53% delle risposte sono arrivate da donne, il 47% da uomini, soprattutto tra i 26 e i 50 anni. La regione che ha maggiormente partecipato è la Lombardia, seguita da Veneto, Piemonte, Lazio, Campania, Sicilia e Puglia.

Anche questa è violenza?

In occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne, il 25 novembre, facciamo ai nostri lettori questa domanda: accettare che sia la propria compagna a fare lo slalom quotidiano tra gli impegni della vita di coppia... è una forma di violenza? Per rispondere potete usare facebook, la casella di posta di Focus o il gruppo fotografico su iFocus.

La brutta notizia, per le donne (ma forse anche per gli uomini), è che il sondaggio conferma quanto tutti noi sappiamo, e quanto le ricerche Istat rilevano: in Italia circa il 75% del lavoro domestico, ovvero la cura dei figli e della casa, ricade su di lei. Però, poiché vogliamo evidenziare le belle sorprese del sondaggio, possiamo sottolineare che emerge anche una discreta quota di condivisione dei compiti fra lei e lui, soprattutto nella gestione dei figli: i papà di oggi sono più decisamente più collaborativi rispetto al passato. Insomma, lui può vantarsi di uscirne benino nella prima parte delle nostre domande dedicate alla cura dei figli; un po' meno nella seconda parte, quando si affronta l'aspetto del lavoro domestico più noioso e di routine: a pulire, a cucinare e a stirare, in prima battuta, c'è ancora lei.

Nelle prossime pagine, dunque, abbiamo analizzato le risposte del sondaggio con l'aiuto di Paola Di Nicola, docente di Sociologia della famiglia presso l'Università degli Studi di Verona e autrice di Famiglia: sostantivo plurale (Franco Angeli, ed.), e di Eugenia Scabini, professore emerito di Psicologia sociale all'Università Cattolica di Milano. Così capiremo dove va a finire tutta quella fatica che tutti i santi giorni affrontiamo una volta tornati a casa dal lavoro.

Prima però ridiamoci sopra con la canzone di Checco Zalone Dove ho sbagliato?, tratta dalla colonna sonora del film Sole a catinelle (l'articolo continua nelle pagine successive).


Anche questa è violenza?

In occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne, il 25 novembre, facciamo ai nostri lettori questa domanda: accettare che sia la propria compagna a fare lo slalom quotidiano tra gli impegni della vita di coppia... è una forma di violenza? Per rispondere potete usare facebook, la casella di posta di Focus o il gruppo fotografico su iFocus.

La brutta notizia, per le donne (ma forse anche per gli uomini), è che il sondaggio conferma quanto tutti noi sappiamo, e quanto le ricerche Istat rilevano: in Italia circa il 75% del lavoro domestico, ovvero la cura dei figli e della casa, ricade su di lei. Però, poiché vogliamo evidenziare le belle sorprese del sondaggio, possiamo sottolineare che emerge anche una discreta quota di condivisione dei compiti fra lei e lui, soprattutto nella gestione dei figli: i papà di oggi sono più decisamente più collaborativi rispetto al passato. Insomma, lui può vantarsi di uscirne benino nella prima parte delle nostre domande dedicate alla cura dei figli; un po' meno nella seconda parte, quando si affronta l'aspetto del lavoro domestico più noioso e di routine: a pulire, a cucinare e a stirare, in prima battuta, c'è ancora lei.

Nelle prossime pagine, dunque, abbiamo analizzato le risposte del sondaggio con l'aiuto di Paola Di Nicola, docente di Sociologia della famiglia presso l'Università degli Studi di Verona e autrice di Famiglia: sostantivo plurale (Franco Angeli, ed.), e di Eugenia Scabini, professore emerito di Psicologia sociale all'Università Cattolica di Milano. Così capiremo dove va a finire tutta quella fatica che tutti i santi giorni affrontiamo una volta tornati a casa dal lavoro.

Prima però ridiamoci sopra con la canzone di Checco Zalone Dove ho sbagliato?, tratta dalla colonna sonora del film Sole a catinelle (l'articolo continua nelle pagine successive).


Lui: più pannolini e coccole. Cominciamo dalla bella sorpresa: anche i papà accudiscono i loro figli. Contrariamente ai loro padri, che raramente spingevano la carrozzina per strada, si alternano spesso e volentieri alla mamma per cambiare pannolini, addormentarli, dare il ciuccio se si svegliano di notte, portarli (o ritirarli) dal nido o dalla scuola. Soprattutto, ci giocano spesso e volentieri. Come mai? «La cura del bambino piccolo è una conquista di uno spazio ritenuto una volta esclusivamente femminile», spiega Eugenia Scabini. «Lui aiuta lei nell'accudimento della prole perché ha scoperto che è piacevole, dato che i bambini piccoli comunicano e fanno tenerezza. Infatti, quando i figli crescono, i papà ci sono di meno. Soprattutto nell'adolescenza, il periodo in cui il ruolo del genitore diventa più difficile».

Lei: più pappe e compiti. Perché invece questi papà collaborativi, quando si tratta di occuparsi della pappa o di seguire i figli nell'andamento scolastico, delegano più volentieri alla mamma? «Cambiare il pannolino o giocare sono attività gratificanti che instaurano quel rapporto empatico con i figli che l'uomo ha sempre invidiato alla donna. Inoltre sono attività manuali abbastanza facili», risponde Paola Di Nicola. «Al contrario, preparare la pappa no lo è: gli uomini ancora si tengono abbastanza alla larga dai fornelli, quindi temono di sbagliare. Stessa cosa accade quando il bambino piange: i papà tendono a fare un passo indietro, forse anche perché molte mamme li ritengono incapaci di consolare i piccoli. Infine, la loro minor disponibilità nel portarli o ritirali da scuola, dal medico, ecc. dipende anche dalla giornata lavorativa che spesso per gli uomini è più lunga e con orari più rigidi».

La seconda parte del sondaggio, come dicevamo, rileva che siamo piuttosto lontani dal miraggio del 50% e 50%. Ovvero quella parità a casa che secondo sociologi e psicologi risolverebbe la maggior parte delle liti fra coppie che dividono lo stesso tetto, e quindi separazioni e divorzi. Però qualche segnale di cambiamento nelle abitudini di lui o di lei ci sono.


Lui: spazzatura e spesa settimanale. Per esempio lui si avvicina più facilmente alla lavastoviglie che alla lavatrice, apparecchia e sparecchia piuttosto che stirare. Ed è collaborativo anche per la spesa settimanale, magari perché fatta nel weekend, quando nessuno dei due lavora. Ma soprattutto, lui esce alla grande dalla “prova spazzatura”: raccoglierla e buttarla, non è un compito sgradevole che di solito nessuno in famiglia vuole fare? Aggiunge Scabini: «La spesa, la lavastoviglie, apparecchiare e sparecchiare, sono gesti legati al cibo, un'attività – quella del mangiare - che la coppia condivide volentieri e sempre. Quindi l'uomo si sente più “tirato dentro” e non si sottrae. Diverso è occuparsi dei panni da lavare o stirare: forse temono di fare pasticci».

Lei: pulire, cucinare, stirare... Quindi, l'aspetto hard del lavoro domestico spetta a lei: pulire pavimenti e vetri, fare i letti, spolverare, stirare, cucire. «Tutti quei gesti che hanno a che fare con la pulizia della casa, ricadono soprattutto su di lei non solo perché sono faticosi, ma anche perché sono considerati di minor valore. Tant'è che chi può, li fa fare alla colf (vedi la voce Altri del sondaggio). Inoltre nella nostra tradizione, la cura della casa ha anche aspetti simbolici. Per la donna italiana, la casa bella e in ordine ha ancora un significato non puramente funzionale come invece lo ha, per esempio, per le donna dei Paesi nordici», conclude Scabini.

Lui: le riparazioni in casa, le assemblee di condominio e... l'auto. Dove invece lui dà il meglio di sé a casa? Nelle piccole riparazioni casalinghe. Come sottolinea Di Nicola «lui svolge più volentieri attività che sono meno strategiche rispetto a un funzionamento familiare: la gestione della casa ha infatti tempi molto rigidi a differenza della manutenzione che è più flessibile». In altre parole, se si rompe la tivù o una lampadina, se ne può anche farne a meno nell'immediato, ma se il frigo è vuoto e il lavello è pieno di patti, si deve fare la spesa e lavare i piatti per far spazio e cucinare.

E l'auto di famiglia? Come volevasi dimostrare, sorprese non ci sono state: la cura e la manutenzione dell'auto è roba sua, come fosse un figlio (anzi di più). Ma le donne non devono lamentarsi troppo: è lui quello che va alle tanto odiate assemblee di condominio.

Loro: budget familiare. C'è poi un compito che la coppia si divide quasi equamente: la gestione del budget familiare. «Nonne e bisnonne non avevano busta paga, infatti una volta erano gli uomini a gestire i soldi della famiglia. Ora le cose sono cambiate, soprattutto nel Nord Italia dove l'occupazione femminile è più alta. Ecco perché la gestione del budget familiare è un compito gestito da entrambi i componenti della coppia». Anche se lui, in effetti, continua ad occuparsene un po' più di lei: forse perché gestire i soldi, significa anche un po' gestire il potere nella coppia.

21 novembre 2013 Fabrizia Sacchetti
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