Secondo un recente studio pubblicato sul numero di gennaio del Journal of Abnormal Psychology le caratteristiche salienti delle psicopatie variano da Paese a Paese, come plasmate dalla cultura locale.
Un team di ricercatori coordinato da Bruno Verschuere (università di Amsterdam) ha analizzato le psicopatie di 7.450 detenuti negli Stati Uniti e in Olanda. La maggior parte ha mostrato tratti riconducibili alla psicopatia clinica così com'è definita dalla Psychopathy Checklist-Revised (PCL-R), lo strumento di indagine più utilizzato per la definizione del rischio psichiatrico.
La PCL-R identifica quattro potenziali ambiti di psicopatia: l'affettività, i problemi relazionali, lo stile di vita e i comportamenti antisociali. I ricercatori hanno applicato questo metodo di indagine al campione della popolazione carceraria e mappato le tipologie ricorrenti in ognuno dei quattro ambiti.
I cattivi e i pigri. È emerso che mentre l'insensibilità e la mancanza di empatia sono le caratteristiche predominanti nei detenuti degli States, per quelli olandesi prevalgono irresponsabilità e stile di vita parassitario. È possibile che la cultura e l'ambiente nel quale si cresce e si vive condizionino non solo il comportamento, ma anche le malattie mentali?
I ricercatori ritengono che sia così e citano un caso limite: il notevole incremento dei casi di anoressia registrato negli ultimi anni a Hong Kong, legati alle mutate condizioni di vita seguite all'annessione alla Cina, nel 1997. Secondo Verschuere, ulteriori approfondimenti permetteranno di disegnare un atlante della psicopatia e aiuteranno a comprendere meglio i problemi legati a questa patologia e, forse, a risolverli.