Che sia più facile immedesimarsi in chi consideriamo più vicino al nostro modo di pensare è fin troppo evidente. Ora però uno studio dimostra che quella che ci porta ad essere empatici solo con chi è culturalmente più simile a noi non è solo una cattiva abitudine. Adrianna Jenkins della Harvard University (Massachusetts, Usa) ha sottoposto a risonanza magnetica alcuni volontari a cui ha chiesto di rispondere a domande sulle loro preferenze alimentari immaginando le risposte che avrebbero dato al posto loro alcune persone presentate attraverso foto e brevi profili socio-culturali ("uomo dell'Ovest con visioni conservatrici", "giovane studente liberale" eccetera). Sorprendentemente l'area del cervello destinata a riflettere sulle nostre opinioni e sui nostri gusti si attiva anche quando cerchiamo di immedesimarci in opinioni e gusti altrui, ma solo in un caso: quando cioè l'altro è "uno come noi", culturalmente o etnicamente. Secondo gli scienziati la ricerca potrebbe aiutare a spiegare le cause profonde delle tensioni alla base delle dispute razziali e religiose. [AP - Foto: l'area del cervello che si attiva sia quando riflettiamo sui nostri gusti sia quando immaginiamo quelli altrui.]
ALTRE NOTIZIE SUL TEMA DELL'IMMEDESIMAZIONE: Robot e intelligenza artificiale, Tra Oriente e Occidente.