Quando qualcuno vi chiede aiuto tendete la mano senza pensarci due volte oppure siete certi che dietro quella richiesta ci sia un tentativo di "fregarvi"? Uno studio illustra la biochimica della fiducia e apre qualche nuova possibilità nella cura delle fobie. (Andrea Porta, 29 maggio 2008)
La fiducia è alla base di un rapporto sano con gli altri. Non per niente chi soffre di "fobie sociali" è di natura diffidente e costantemente in allerta. Solo ora una ricerca svizzera dimostra i meccanismi biochimici della paura degli altri: responsabili sarebbero una "chiave" e una "serratura" che tutti abbiamo nel cervello, rispettivamente l'ormone ossitocina e l'amigdala, un'area sensibile alla sua influenza.
L'ormone della fiducia. Studiando un gruppo di volontari impegnati in un gioco d'azzardo in cui era indispensabile fidarsi delle buone intenzioni degli altri giocatori, Thomas Baumgartner e colleghi dell'università di Zurigo hanno rilevato come l'attività cerebrale dell'amigdala, responsabile dell'attivazione delle più ancestrali reazioni di diffidenza e paura, si riduceva notevolmente quando ai partecipanti venivano somministrate per via nasale molecole di ossitocina. La sostanza avrebbe quindi un effetto diretto nelle reazioni di dubbio e diffidenza, tanto che, nel corso dell'esperimento, i soggetti che l'avevano assunta finivano col fidarsi "troppo", anche quando era palese che gli altri concorrenti stavano tentando intenzionalmente di approfittarsi di loro. Secondo i ricercatori, la scoperta potrebbe aprire la strada a nuove terapie per i disturbi psichici e neurologici - fobie, ma anche autismo e schizofrenia - in cui l'incapacità di fidarsi del mondo è alla base di una vera e propria patologia.