Psicologia

L'equazione della felicità

Una versione aggiornata della formula matematica per essere felici evidenzia il legame con gli altri: le disuguaglianze creano infelicità, e il modo in cui ci poniamo verso di esse rivela anche se saremo più o meno generosi.

Guardando le bacheche dei vostri amici su Facebook ve ne sarete accorti: la felicità non dipende soltanto da noi, ma anche dal confronto tra quello che ci accade, e quello che succede agli altri.

E ora l'economia - e la sociologia - lo confermano: la nuova versione dell'equazione della felicità sviluppata dagli scienziati dell'University College London sottolinea come la fortuna degli altri influisca non solo sul nostro stato d'animo, ma anche sulla nostra generosità.

un continuo Confronto. Lo studio, pubblicato su Nature Communication (dove trovate anche l'equazione vera e propria) è una versione aggiornata di una precedente equazione della felicità, pubblicata nel 2014. Quello che emerge dalla nuova ricerca è che le disuguaglianze sociali determinano infelicità, indipendentemente dal fatto che gli altri se la passino meglio o peggio di noi.

Hai vinto anche tu? Bene. In una prima serie di esperimenti, alcuni soggetti hanno dovuto giocare per vincere denaro e confrontare i propri risultati con quelli di un partner assegnato. Quando il primo giocatore vinceva, era più felice se anche il partner otteneva la stessa vincita (in caso contrario subentravano i sensi di colpa); quando invece perdeva, era più felice se perdeva anche il compagno (qui invece subentrava l'invidia).

il rapporto con la generosità. «La nostra equazione predice esattamente come si sentiranno le persone in base non solo a quello che succede a loro, ma anche a quello che accade ai loro vicini» spiega Robb Rutledge, tra gli autori. Ma c'è di più: «A seconda di come la disuguaglianza incide sulla felicità di ciascuno, riusciamo anche a prevedere chi sarà più o meno altruista».

In una seconda serie di esperimenti, 47 volontari che non si conoscevano hanno dovuto rivelare come avrebbero diviso in modo anonimo un'ipotetica vincita in denaro con i compagni appena conosciuti. Queste stesse persone sono state poi invitate a cimentarsi in giochi in cui si vinceva o perdeva denaro, con la promessa che avrebbero potuto vedere se i compagni stavano vincendo più o meno di loro. Nell'arco di tutti questi compiti, ai soggetti è stato chiesto più volte se si sentissero più o meno felici.

Un'attitudine personale. È emerso che la generosità non dipendeva dalla preferenza per l'uno o l'altro partner, ma piuttosto da propri specifici tratti di personalità: le persone che si sentivano più colpite dal ricevere più degli altri (quindi le più incline ai sensi di colpa) erano disposte a donare il 30% della propria vincita; quelle più sensibili al ricevere meno degli altri, quindi più prone all'invidia, avrebbero donato solo il 10%.

«La generosità nei confronti di chi non conosciamo dipende da come la nostra felicità è colpita dalle disuguaglianze che sperimentiamo tutti i giorni» dice Archy de Berker, un altro autore. «Gli economisti hanno difficoltà a spiegare perché alcune persone sono più generose di altre, e i nostri studi offrono una spiegazione».

15 giugno 2016 Elisabetta Intini
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