Psicologia

La tortura non è mai leggera

Le violenze psicologiche non sono più leggere di quelle fisiche. Lo hanno dimostrato alcuni ricercatori inglesi con una ricerca su alcune vittime della tortura durante la guerra dei Balcani.

Le conseguenze della tortura psicologica non sono meno gravi rispetto a quelle lasciate dai maltrattamenti fisici. Metin Basoglu del King's College di Londra ha condotto uno studio su circa 300 sopravvissuti agli orrori della guerra dei Balcani, e ha scoperto come i danni da stress post traumatico siano del tutto simili sia nelle vittime di torture fisiche, sia in coloro che hanno subito la cosiddetta "tortura leggera".

SOTTILI VIOLENZE. Si tratta di forme di maltrattamento come la privazione del sonno, o l'assistere a false esecuzioni capitali o false torture di altre persone. Sono sistemi spesso utilizzati anche nei paesi occidentali per ottenere informazioni dai prigionieri senza lasciare su di loro alcun segno visibile.

Secondo Amnesty International sono 148 i Paesi nel mondo in cui si pratica la tortura: un dato in crescita (+12%) rispetto al 2007.

I ricercatori hanno chiesto ai volontari di quantificare con un punteggio da 0 a 4 lo stress provocato dalle torture sia fisiche sia psicologiche subite durante il conflitto: tutti hanno indicato un livello attorno a 3,5, a dimostrazione del fatto che anche i maltrattamenti apparentemente non violenti lasciano segni indelebili in chi li subisce.

ANCORA DIFFUSA. A supporto di questi risultati arrivano anche gli esami clinici, che non mostrano alcuna differenza tra le forme di ansia riscontrate nelle vittime delle due diverse forme di violenza. La tortura è stata ufficialmente bandita dalle Nazioni Unite nel 1987, ma secondo un'indagine di Amnesty International è ancora utilizzata in almeno 148 Paesi nel mondo, mentre è impossibile contare i Paesi dov'è praticata in segreto.

1 settembre 2014
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