La possibilità di vincere a una scommessa attiva nel nostro cervello le stesse aree coinvolte nelle sensazioni piacevoli che avvertiamo quando guardiamo un bel viso, mangiamo i dolci o addirittura quando assumiamo cocaina.
Cavie che scommettono. Lo hanno dimostrato gli psicologi dell'Università della California a Los Angeles che hanno sottoposto a risonanza magnetica diversi volontari impegnati in giochi d'azzardo. Al gruppo di cavie-giocatori era stata data una somma di 30 dollari da puntare in 250 giochi a scommessa che assicuravano una possibilità di vincita del 50%.
(La matematica del superenalotto)
Cervello spento. Dai test è emerso che i soggetti più "temerari" erano quelli che, all'aumentare delle possibili perdite, non mostravano l'attivazione dei centri del cervello responsabili delle percezioni opposte a quelle del piacere, ovvero quelle connesse alla paura e all'ansia.
Ma non solo: queste correlazioni tra cervello e azione hanno addirittura permesso agli scienziati di prevedere, prima della loro "puntata", il comportamento degli scommettitori.
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